Banche e green economy ai nastri di partenza

ART01Istituti di credito ai nastri di partenza pronti ad affrontare le nuove sfide tutte green proposte dall’Europa e dalle Pmi. Questo lo scenario al Forum green di ABI che si è tenuto a Roma il 4 e 5 giugno, gli attori sono in campo, ma serve il decreto sull’efficienza (uscirà entro Luglio?!) e le delibera sui SEU, come rimarca Gialuca De Candia di Assilea. Ma non solo attesa normativa, anche la velocità amministrativa, l’ottimizzazione delle procedure e semplificazione del reperimento delle misure sono elementi strategici per lo sviluppo del comparto.

Un mercato che c’è ma che stenta a partire come dovrebbe. Necessario un piano organico a livello europeo per far convivere efficienza e rispetto per l’ambiente, come ha evidenziato Massimo Beccarello vice direttore per le politiche industriali di Confindustria: “E’ evidente che, guardando al 2030, le rinnovabili rappresentano il futuro. E’ importante rispondere alle esigenze di mercato come è necessario porre attenzione al percorso da fare nel divenire sostenibili, mantenendo competitività”.

In questo contesto ragionare in termini di efficienza energetica ci può tornare utile, difatti come ha sottolineato Costantino Lato direttore studi, statistiche e servizi specialistici del GSE: “Fino ad oggi abbiamo pensato il rinnovabile staccato dall’efficienza energetica, invece immaginarli insieme è strategicamente utile”Stefano Melazzini responsabile settori economici di Medio Credito rimarca il valore per le Pmi a perseguire in effcieinza e green tecnologies:“Chi segue queste linee, secondo studi qualificati, dimostra di tenere meglio il rating e qualità del credito, elemento utile anche se non certo definitivo per poter garantire una impresa” .

D’altronde se il mercato c’è non serve neanche tanto incentivarlo, lancia Francesco Sperandini direttore operativo del GSE, anzi l’incentivo è un aiuto “dove il mercato non arriva, non dove non arriverà mai” altrimenti è un fondo perduto, non una spinta per realizzare una filiera virtuosa. Contrariamente a quanto si può pensare, gli incentivi non sono troppo graditi all’impresa e alla costruzione di un mercato, come evidenzia Alberto Pinori consigliere di Anie Energia: “La Grid parity è lontana dall’esserci, per fattori contingenti alla fiscalità. Gli stessi decreti non sono stati davvero un aiuto al comparto, come molti vogliono far credere, il salva Alcoa ha aiutato una industria estera, come è stato per il fotovoltaico. Inoltre le istallazioni sono state fatte male tanto e’ che oggi c’e’ molta attività di revamping che può comportare sfiducia verso la tecnologia”.

Come Anie Energia le richieste di Pinori sono chiare: l’estensione della detrazione al 50% IRPEF a soggetti giuridici; l’incentivazione alla sostituzione dell’amianto; la pubblicazione delle procedure di qualifica; semplificazione delle procedure autorizzative di connessione per l’accesso alla rete dei sistemi semplici di produzione (SPC) e consumo e infine una facilitazione all’accesso al credito.

Su queste richieste spicca il ruolo della generazione distribuita che, come evidenzia Agostino Re Rebaudengo presidente di AssoRinnovabili: “è un elemento molto importante perché consente la crescita delle rinnovabili, ma dobbiamo fare attenzione che se poi il costo non sia troppo alto si perdano delle opportunità. Dobbiamo far convivere le due cose. Gestendola non rimandandola a oltranza”, riferendosi i ritardi delle uscite normative, menzionate in apertura, e sollecitando su questo, una gestione della tematica sui tavoli che contano.

Quindi supportare l’autoconsumo, richiesta fatta a più riprese dalle banche e dalle associazioni di categoria, anche se, come evidenzia Andrea Galliani responsabile unità produzione di energia Autorità energia elettrica e il gas e il sistema idrico: “In linea di principio in generale la presenza di una fonte aleatoria comporta un aumento dei costi di dispacciamento, che può essere contenuto tramite la gestione della rete” .

Per le valutazioni finali bisogna attendere l’uscita della delibera, certo rispetto il concetto di storage e di costi non è ancora stata fatta chiarezza tra gli operatori, in alcuni casi sotto il profilo tecnologico, in altri sotto l’aspetto della implementazione. Di fatto il mondo sta cambiando da tanti punti di vista e nuove figure assumono un ruolo sempre più rilevante. Galliani suggerisce: “Il trader elettrico tra utility e mercato delle rinnovabili e le ESCo che avranno un ruolo anche rispetto al termico e all’efficienza”.

Ancora molto c’è da fare. Ma almeno gli strumenti in corso potremmo usarli al meglio, ci ricorda Mauro Conti direttore di BCC Energia che nella sua esperienza ha usufruito del fondo europeo Jessica e sottolinea come l’Italia sia poco presente per le assegnazioni di questi aiuti europei dai nomi affidabili come: Jessica, Jeremie e Jasmine. Iniziative che, con un po’ di sforzo ed attenzione, possono comunque rappresentare una strategia di sopravvivenza, almeno fino a quando il sistema sarà oltre che più green, anche più a misura di un’impresa contemporanea o “fluida” come forse la definirebbe Zygmunt Bauman, in grado di gestire e seguire le evoluzioni del un mercato da cui non possiamo permetterci di restare indietro.

 

Giorgio Recanati Senior research di AbiLab illustra i risultati dell’Osservatorio:
“Banche e Green Economy di Giugno 2014” a cura di Ivonne Carpinelli

http://www.youtube.com/watch?v=fP7LBU3aWHQ&feature=youtu.be


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.