Assicurare il carbone equivale a inquinare con esso: questo il messaggio lanciato da Green Peace che ha diffuso il report “Dirty Business” sul coinvolgimento diretto e indiretto delle compagnie assicurative nel mercato carbonifero.
Il report è stato realizzato da cura di Unfriend Coal, associazione composta da: 350.org, CIEL, ClientEarth, Greenpeace, Market Forces, Rainforest Action Network, Re:Common, The Sierra Club, The Sunrise Project, the UK Tar Sands Network, Urgewald, Waterkeeper Alliance.
I numeri delle assicurazioni al carbone
Assicurare nuove centrali permette alle stesse di entrare in esercizio. Dal 2013 le compagnie assicurative internazionali hanno fornito copertura per almeno 26 progetti legati al carbone.
Oltre la copertura assicurativa, anche i fondi pensione rappresentano una fonte di investimento delle compagnie europee per un ammontare complessivo di oltre 1.3 miliardi di euro.
Un investimento a perdere, stando alle ultime valutazioni di Carbon Tracker, che ha segnalato come più della metà delle centrali a carbone in UE siano già in negativo mentre il 97% lo sarà entro il 2030. A causare questa perdita di redditività ci sono: standard dell’aria più stringenti, aumento dei prezzi della CO2 e abbattimento dei costi delle rinnovabili.
Le compagnie assicurative più coinvolte
L’italiana Generali e le tedesche Allianz e Munich Re sono tra le maggiormente coinvolte, secondo il report diffuso da Greenpeace.
Allianz è ai primi posti nonostante nel 2015 si sia fatta portavoce di un piano di disinvestimento dal carbone i cui criteri sono diventati punto di riferimento per il settore. Disinvestire da compagnie legate alle miniere i cui profitti derivano per almeno il 30% dal carbone e anche dalla aziende elettriche che, sempre per il parametro del 30% o più, generano energia dal carbone.
Questo piano di disinvestimento però, denuncia il report, coinvolge solo gli asset diretti della compagnia assicurativa, lasciando liberi gli indiretti per un equivalente di 1000 miliardi di dollari.
Sono 15 invece le compagnie assicurative che stanno agendo a favore della dismissione degli asset carboniferi per un valore di 20miliardi di dollari di investimento in meno nel mercato. Quattro tra queste, AXA, SCOR, Swiss Re e Zurich, stanno anche prendendo provvedimenti per eliminare la copertura assicurativa a progetti che riguardano il carbone.
La COP24 nella terra del carbone europeo
L’appello della Unfriend Coal avviene a pochi mesi dalla prossima COP24 che sarà proprio in Polonia a Katowice, centro della regione carbonifera europea e una delle cinquanta città più inquinate di Europa. Appello che per ora sembra inascoltato dalla nazione se pensiamo che
PGE, azienda energetica polacca a maggioranza statale, sta aggiungendo 1.800MW alla centrale a carbone di Opole (la più grande ad oggi in sviluppo in Europa).
“La centrale di Turow e la centrale di Belchatow sono le più inquinanti di tutta Europa, responsabili di migliaia di morti premature stimate, eppure la compagnia energetica polacca PGE intende costruire nuovi impianti a carbone per una capacità di 5.260 megawatt. Fra il 2016 e il 2017, Generali ha inoltre aumentato il suo portafoglio di investimenti in azioni della polacca PGE e di altre aziende del settore per un totale di 9,7 milioni di euro di investimento. In controtendenza rispetto ad altre compagnie assicurative, come Axa, Allianz e Aviva” sottolinea GreenPeace nella nota divulgativa del report.
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