Anbi – Cnel, accordo per una strategia di difesa idrogeologica e del suolo

Facciamo un passo indietro sulle manutenzioni e facciamo un passo avanti sulle polizze. Questo è il trend che sta prendendo piede nel nostro Paese” denuncia Massimo Gargano presidente Anbi presso il Consiglio Nazionale economia e lavoro, Cnel, oggi 14 gennaio a Roma. Una strategia che visti gli ultimi costi per danni del comparto agricolo pari a 13miliardi di euro, stando ai dati Censis del 2023, si dimostra poco lungimirante. Per questo oggi l’Anbi sigla con l’ente stesso di un accordo interistituzionale per “Lo sviluppo di azioni comuni volte alla gestione della difesa del suolo e della risorsa irrigua, nonchè sicurezza idrogeologica e la manutenzione del territorio”.

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da Sinistra: Gargano, Ammendols, Vincenti, Brunetta, Battistoni, Chellino. Fila sogtto Dicenti. Foto di Agnese Cecchini.

Il valore dell’accordo Anbi Cnel

L’accordo Anbi Cnel si tratta di un’azione che rivendica il ruolo dei “corpi intermedi” proprio dei consorzi di bonifica Anbi, come sottolinea lo stesso presidente Cnel Renato Brunetta.

Firma Accordo CNEL ANBI Foto di repertorio ANBI
Firma Accordo CNEL ANBI Foto di repertorio ANBI

Si tratta di realtà in grado di “portare avanti un percorso con soluzioni e un impegno verso una istituzione centrale e nei processi di sviluppo del patrimonio acquedottistico” come rimarca Gargano. Insomma competenza e conoscenza e strumenti per manutenere, prevenire e programmare. Un impegno che forse oggi è poco attenzionato.

“Stiamo parlando di una rete in grado di dare risposte anche in modalità innovativa” rimarca Francesco Vincenti presidente Anbi. Manca però una “consapevolezza della capacità della nostra rete idrica. Siamo riusciti a cogliere capacità grazie a conoscenza e consapevolezza del territorio. Serve quindi mettere in rete e a servizio del Paese questa capacità”. A questo mira anche il protocollo siglato oggi presso il Cnel.

Un ruolo istituzionale più chiaro

Come Commissione Ambiente stiamo cambiando i rapporti con Anbi” sottolinea Francesco Battistoni vicepresidente Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati. Ammettendo come sia importante il confronto con l’ente al fine di centrare al meglio la strategia politica da attuare. “Siamo passati dal decreto siccità a quello sulle alluvioni. Una situazione che può cambiare sono con un ascolto più continuo con le realtà territoriali. Serve inserire coltura della prevenzione anche accettando un modello innovativo”, conclude.

Valutazione di impatto ambientale, una nuova sfida progettuale

Servono valutazioni di ricaduta di impatto ambientale, per calare a terra i progetti dei consorzi nel Pnrr” ricorda Gabriella Chellino, cofounder e ad di IMQ e Ambiente Group. “Le recenti linee guida hanno l’obiettivo di velocizzare i progetti. Servono quindi delle competenze tecniche specifiche per verificare l’adattamento e i contenuti della progettazione, come la valutazione di sostenibilità dell’opera”. 


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.