Il settore dell’energia è cambiato molto, a livello globale, nei cinquant’anni che sono passati dalla nascita dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA). Eppure, la sicurezza degli approvvigionamenti di petrolio resta una questione prioritaria per la maggior parte dei governi: questo perché il petrolio è ancora necessario per alimentare una moltitudine di veicoli e realizzare una serie di prodotti che utilizziamo ogni giorno.
L’impegno preso alla COP28 e il futuro dell’energia
È la fotografia scattata da Ronan Graham, Energy Security Analyst, e Ilias Atigui, Energy Security Researcher dell’IEA. In un’analisi pubblicata l’11 marzo, i due esperti sottolineano come, alla COP28 di Dubai, quasi duecento Paesi abbiano riconosciuto la necessità di rinunciare ai combustibili fossili per evitare le conseguenze peggiori del riscaldamento globale. Tuttavia, anche se la dipendenza del globo dal petrolio si sta riducendo, le interruzioni nella fornitura possono ancora causare gravi problemi economici e ripercussioni sulle vite delle persone.
🗣️ “For years to come, oil supply disruptions will have the potential to cause significant economic harm & negatively impact lives. Maintaining a resolute focus on oil security & emergency preparedness will be critical throughout clean energy transitions worldwide”
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— International Energy Agency (@IEA) March 11, 2024
L’andamento della domanda di petrolio
Il consumo di petrolio ha raggiunto un nuovo record nel 2023, ma la nostra dipendenza dal principale combustibile fossile dovrebbe ridursi nei prossimi anni, grazie al passaggio all’energia pulita, alla mobilità elettrica e ai miglioramenti sul piano dell’efficienza energetica. La domanda dovrebbe quindi raggiungere un picco entro la fine di questo decennio, stando alle politiche attuali.
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Il tema della sicurezza energetica
Anche quando la domanda comincerà a calare, tuttavia, il petrolio continuerà a giocare un ruolo importante nel mix energetico globale ancora per qualche tempo, secondo gli analisti dell’IEA. Questo a causa dell’elevato rischio di squilibri tra domanda e offerta, della crescente concentrazione dell’offerta sia di petrolio greggio sia di prodotti petroliferi, di prospettive geopolitiche incerte e di una serie di rischi aggiuntivi, tra cui la crescente minaccia di attacchi informatici e la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi.
Le sfide per le aziende petrolifere
Considerate le prospettive a lungo termine della domanda di petrolio e i rischi per il clima derivanti dalla sua combustione, l’eventuale necessità di ridimensionare l’attività produttiva è innegabile. Tuttavia, vi è un elevato grado di incertezza sulla velocità con cui la domanda diminuirà, lasciando le compagnie petrolifere di fronte a decisioni difficili e commercialmente rischiose riguardo agli investimenti nell’upstream. Le conseguenze di queste decisioni avranno un impatto sulla sicurezza dell’approvvigionamento petrolifero, nonché sui profitti delle compagnie petrolifere.
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Se la domanda di petrolio dovesse diminuire rapidamente e bruscamente, le aziende che investono nella produzione potrebbero avere difficoltà a ottenere un ritorno sui propri investimenti. Per contro, se l’attività produttiva venisse ridotta a un ritmo più rapido rispetto al calo della domanda, i risultati consisterebbero in una maggiore tensione del mercato, prezzi più alti e un elevato rischio di interruzioni dell’offerta.
L’incremento della produzione da parte dei Paesi dell’OPEC
Con il passaggio all’energia pulita, la produzione di petrolio tenderà a concentrarsi sempre di più nelle mani dei produttori a basso costo, specialmente nei Paesi dell’OPEC: si prevede infatti che la loro quota salirà ben al di sopra del 33 per cento detenuto dal gruppo di produttori nel 2023. La transizione potrà risultare destabilizzante per le economie produttrici che non riusciranno a diversificare le loro fonti di reddito, allontanandosi dalla loro elevata dipendenza dalle entrate generate dagli idrocarburi. Pertanto, una maggiore concentrazione dell’offerta globale di petrolio in un gruppo più ristretto di Paesi potrebbe portare a maggiori preoccupazioni riguardo alla sicurezza dell’approvvigionamento.
L’aumento delle importazioni
Negli ultimi dieci anni, sono moltissime le raffinerie che sono state chiuse nei Paesi sviluppati, specialmente in Europa, dove hanno faticato a rimanere competitive di fronte all’apertura di nuovi impianti su larga scala in Medio Oriente e in Asia. Di fronte all’aumento della concorrenza e alle prospettive altamente incerte della domanda nei mercati principali, è probabile che altre raffinerie nelle economie avanzate chiudano. Questo renderà molti Paesi sempre più dipendenti dalle importazioni di prodotti petroliferi, come diesel e carburante per aerei, nonostante il calo della domanda. Di conseguenza, diventeranno più vulnerabili alle oscillazioni del mercato.
I cambiamenti climatici e le crisi geopolitiche
Negli ultimi due anni, i mercati petroliferi sono stati messi in difficoltà dall’invasione russa dell’Ucraina e dai conflitti in Medio Oriente. Nel frattempo, gli effetti dei cambiamenti climatici hanno causato difficoltà di approvvigionamento in molte regioni e un attacco ransomware ha provocato una chiusura prolungata del più grande oleodotto degli Stati Uniti nel 2021. È necessario che i governi si preparino a far fronte a nuove minacce di questo tipo.
Il ruolo dell’IEA
L’IEA è impegnata sul fronte della sicurezza energetica sin dalla sua nascita, nel 1974, e al Meeting ministeriale di febbraio 2024 ha ribadito il suo impegno a portare avanti questa missione. Sebbene la transizione energetica abbia portato a un’evoluzione dei suoi focus inziali, uno degli strumenti principali che l’Agenzia mette a disposizione della comunità internazionale resta un sistema di scorte di petrolio.
I Paesi membri, infatti, sono chiamati a detenere scorte equivalenti ad almeno novanta giorni delle loro importazioni nette. Sono inoltre obbligati a mettere in atto programmi di contenimento della domanda per ridurre rapidamente il consumo di petrolio durante le interruzioni, mentre alcuni membri possono attuare misure per aumentare la produzione di greggio quando necessario.
Il potere della transizione energetica
Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, promuovendo l’adozione di soluzioni energetiche pulite, resta comunque il mezzo più efficace a disposizione di qualsiasi governo per aumentare la sicurezza energetica: è il chiaro messaggio lanciato dagli esperti dell’IEA. “Il passaggio a un’economia basata sull’energia pulita dovrebbe essere visto come un’occasione d’oro per costruire un sistema energetico più sostenibile, che riduca al minimo l’esposizione alla volatilità del mercato petrolifero”, spiegano i ricercatori.
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Il passaggio, però, non sarà immediato e il consumo di petrolio non cesserà da un giorno all’altro. “Per molti anni a venire, le interruzioni nella fornitura avranno il potenziale di causare danni economici significativi e avere un impatto negativo sulla vita delle persone. Mantenere un’attenzione risoluta sulla sicurezza petrolifera e sulla preparazione alle emergenze sarà quindi fondamentale durante le transizioni verso l’energia pulita in tutto il mondo”.
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