Le città italiane sono di nuovo al centro dell’emergenza inquinamento. I livelli di NO2 e Pm10 troppo spesso sopra i limiti, a Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo. Per domani sono convocati in Commissione i Ministeri dell’ambiente di 9 Paesi UE, tra cui l’Italia, per riferire sulle emissioni del Paese.
Emissioni un allarme annunciato
La Ong aveva già lanciato l’allarme una decina di giorni fa, parlando di un vero e proprio “ultimatum” al nostro Paese affinché si adegui presto ai parametri normativi in materia di qualità dell’aria, pena un eventuale deferimento alla Corte Europea.
“Il governo italiano è apparso in questi anni del tutto inoperoso sul fronte dell’inquinamento atmosferico” aveva segnalato in una nota dieci giorni fa Andrea Boraschi di Greenpeace “Si pensi all’assoluto nulla realizzato per il settore trasporti, con i fondi disponibili per la realizzazione di una rete di ricarica per i veicoli elettrici che non sono neppure stati spesi”.
Le grandi città italiane asfissiate
Oggi, Boraschi è tornato su “un quadro che appariva già evidente, che segnala non solo un grave problema di qualità dell’aria, quanto un’emergenza sanitaria diffusa che esige soluzioni urgenti”, in particolare per i bambini, “i più colpiti dagli effetti patogeni di queste sostanze”.
L’Italia sarebbe sotto accusa in particolare per i livelli di concentrazione di biossido di azoto (NO2) e di particolato atmosferico PM10.
Un’analisi di Greenpeace condotta nelle ultime settimane a Milano, Torino, Roma e Palermo, ossia le 4 città italiane con più presenza di NO2 nell’aria, evidenzia che su 40 monitoraggi, 39 hanno mostrato concentrazioni di biossido di azoto superiore ai limiti individuati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di 40 microgrammi per metro cubo per la salvaguardia della salute umana. NO2 le cui emissioni, sottolinea il rapporto “Ogni respiro è un rischio” della Ong, derivano per il 70-80% dai trasporti, e in particolare dai motori diesel.
I centri più in difficoltà sembrano essere Torino e Milano, con valori medi registrati sopra agli 80 microgrammi/m3. Ma Palermo, con 70 mg/m3 e Roma, appena sotto i 60, sono messe ben poco meglio.
Altri dati elaborati da Legambiente sulla base dell’ultimo report diffuso dall’Oms del 2016, fotografano Milano, Torino e Napoli addirittura come le “capitali” europee dello smog. Con valori medi annuali di Pm10 rispettivamente a 37, 39 e 35 microgrammi/m3, le tre città sono le prime in classifica di tutto il continente per inquinamento nell’aria. Roma con 28 microgrammi/m3 è ai livelli di Parigi (al settimo posto).
Le proposte di Legambiente e Assogasliquidi
Secondo l’associazione ambientalista sono necessari “interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale sia a livello locale e regionale, ma anche ripensare le città e la mobilità, una sfida che la prossima legislatura deve assolutamente affrontare”. In questo senso, durante la campagna di monitoraggi Greenpeace ha voluto parlare della questione con i sindaci dei centri sotto osservazione, chiedendo una progressiva limitazione alla circolazione del diesel, fino al veto sul combustibile a partire dal 2021.
Infine, sempre vista del tavolo di domani a Bruxelles, anche Assogasliquidi ha espresso la sua opinione sul tema. Il consiglio è quello di considerare il GPL e il gas naturale come combustibili preferiti per il riscaldamento domestico e la mobilità. Fonti caratterizzate, secondo l’Associazione, dalla quasi totale assenza di emissioni di polveri sottili e altre sostanze inquinanti.
L’auspicio del presidente Francesco Franchi è che il Ministero riveda le politiche incentivanti a vantaggio degli impianti di riscaldamento a biomassa legnosa, che emettono quantità non trascurabili di polveri sottili, e “introduca la necessità di interventi di manutenzione, perlomeno annuale”. Le agevolazioni fiscali recentemente confermate dalla Legge di Bilancio 2018, prosegue Franchi, “devono quindi esser riservate solo a quelli di classe emissiva pari a 5”.
Chiesta anche una revisione del Conto Termico, da applicare secondo Assogasliquidi “solo per la sostituzione degli impianti più vecchi con quelli di classe emissiva almeno pari a 4”.
Sui trasporti, Franchi ha ricordato come GPL e GNL siano “carburanti alternativi su cui puntare per una mobilità sostenibile, secondo la direttiva europea DAFI”, sia per il trasporto pesante su strada che per la navigazione marittima.
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