Farzati Tech ed Enismaro, due start up campane, hanno reso l’agri-tech una soluzione fondamentale per i produttori italiani, tanto da permettergli di tutelare l’originalità del prodotto e la sostenibilità ambientale, calcolando le emissioni di CO2 nei processi produttivi.
La tracciabilità attraverso tecnologie proprietarie
In un’intervista rilasciata a Wired, Giorgio Ciardella, responsabile tecnologico di Farzati Tech ha descritto la tecnologia proprietaria che permette al consumatore di verificare le informazioni fornite sul prodotto e al produttore di conoscerne l’origine certa.
Attraverso un QR code, si può verificare l’origine del prodotto in etichetta, al suo interno, viene infatti inserita una vera e propria “etichetta parlante” in grado di fornire informazioni sul prodotto sia nutrizionali che sui metodi di conservazione.
Il Born Italy
Mentre quando si parla di Made in Italy non si esclude che il prodotto agroalimentare possa essere stato realizzato anche in gran parte all’estero, con il “Born Italy” si garantisce che il prodotto abbia attraversato una filiera completamente italiana. Per tutelare la tracciabilità di origine della territorialità del prodotto garantita dai marchi come Dop e Igp, Farzati Tech usa la blockchain, ma ancor prima, crea un sistema che garantisce l’origine del prodotto, combinando alla blockchain l’intelligenza artificiale.
Il Food passport
L’azienda ha concepito una sorta di “Food passport” che si basa su elementi di matrice organica che attraversano tre step: un primo strumento acquisisce le informazioni di origine del prodotto, un altro tool digitale crea una bio impronta dell’elemento organico come identificatore univoco e le memorizza in un database. Infine, il terzo step archivia la bio impronta e le informazioni relative al prodotto tracciandole attraverso la blockchain.
Il ruolo della sensoristica IoT
Un’altra azienda che, attraverso strumenti digitali ha ideato un software di tracciabilità alimentare end-to-end, è Enismaro. Quest’ultima attraverso la sensoristica Iot e la blockchain registra tutti i passaggi di un processo produttivo, garantendoli. Anch’essa si serve di un QR code che consente al consumatore di valutare la qualità del prodotto, e la certificazione viene valorizzata attraverso gli smart contracts, che sono registrati su blockchain ed hanno valore legale. L’obiettivo è di eliminare la lacuna informativa tra gli attori della filiera.
Infine, l’azienda ha adottato uno strumento che permette di misurare le emissioni di CO2 evitate per ogni prodotto durante il processo produttivo, permettendo alle aziende agroalimentari di mettere in atto azioni più sostenibili.
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