Acqua, UN-Wwdr 2025: “Montagne nell’agenda politica globale”

Focus sul Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2025

Le lacune in termini di dati, monitoraggio a lungo termine e ricerca sui ghiacciai e sulle acque di montagna, ostacolano l’attuazione di provvedimenti efficaci. In un mondo caratterizzato da una crescente scarsità idrica, rafforzare le conoscenze sulle risorse idriche montane attuali e future è di fondamentale importanza. È quanto afferma il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche (UN-Wwdr) 2025 con focus su Montagne e ghiacciai, torri d’acqua, pubblicato dall’Unesco per conto di UN Water, la cui produzione è coordinata dal World Water Assessment Programme (Wwap).

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Foto di Andrew Ly su Unsplash.

Molte regioni montane sono scarsamente monitorate

Sebbene, in teoria, siano disponibili ingenti finanziamenti per gli investimenti nello sviluppo sostenibile delle regioni montane, il Rapporto evidenzia che l’accesso ai principali programmi di sostegno “è stato relativamente limitato”. Ciò significa che “importanti opzioni di risposta rimangono inutilizzate”. Un maggiore ricorso alle misure di sostegno potrebbe contribuire ad alleggerire il peso che grava sulle comunità e sui Paesi di montagna. Quest’ultimi “hanno bisogno di rafforzare la capacità e l’abilità degli attori coinvolti di identificare e mobilitare le risorse finanziarie”.

acqua Rapporto Wwap 2025La comprensione delle caratteristiche idrologiche delle aree di montagna e del ruolo della criosfera è importante “per promuovere lo sviluppo sostenibile e facilitare i processi di pianificazione”. Tuttavia, come riferisce lo UN-Wwdr 2025, la cui traduzione ufficiale in italiano è curata dalla fondazione UniVerde, molte regioni montane sono scarsamente monitorate. Inoltre, la maggior parte delle stazioni di monitoraggio è situata in valli a bassa quota, “il che impedisce di delineare un quadro accurato delle condizioni climatiche a quote più elevate”.

Grandi benefici possono scaturire anche da una virtuosa governance delle acque transfrontaliere, basata su una visione a livello di bacino. Si tratta questo di “un meccanismo importante per promuovere lo sviluppo sostenibile nelle aree montane, soprattutto perché molte catene montuose e servizi ecosistemici montani sono di natura transfrontaliera”.

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Acqua: pratiche insostenibili minacciano equilibrio idrologico

Le conseguenze del cambiamento climatico stanno accrescendo la vulnerabilità a fenomeni naturali come frane, inondazioni e colate detritiche. Proprio a causa del ritiro dei ghiacciai, il numero dei laghi glaciali, e l’area totale che occupano, sono aumentati in modo significativo dagli anni ’90.

Il Rapporto avvisa che, nei prossimi decenni, si verranno a creare altri corpi idrici di questo tipo, che costituiranno nuove zone a rischio di potenziali inondazioni da collasso di laghi glaciali. Le pratiche insostenibili di uso del suolo, dalla deforestazione alla rapida espansione di città e paesi, e l’inquinamento prodotto da attività umane come l’estrazione mineraria, minacciano l’equilibrio idrologico delle fragili regioni montane. Con esse, anche gli ecosistemi, la biodiversità e i mezzi di sussistenza lungo tutto il percorso dell’acqua.

Si pensi che oltre 1 miliardo di persone (circa il 15% della popolazione mondiale) risiede nelle regioni montane, e la maggior parte di esse (90%) vive in Paesi in via di sviluppo. Circa due terzi della popolazione mondiale di montagna vive in città: “La complessità dei terreni, la maggiore esposizione ai pericoli naturali e i costi più elevati nelle regioni montane, interessate da una rapida urbanizzazione, complicano lo sviluppo e la manutenzione di reti di approvvigionamento idrico e di drenaggio. Oltre che di impianti per il trattamento delle acque e la protezione delle sorgenti”.

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“Regione montane non vengono menzionate nelle agende politiche”

Come sottolinea il Rapporto, la maggior parte delle iniziative documentate nelle regioni montane riguarda aspetti legati all’acqua. Ad esempio, la variabilità delle precipitazioni e gli eventi estremi, tra cui episodi di siccità, inondazioni e variazioni della disponibilità idrica. Questi fenomeni vengono affrontati attraverso il ricorso a misure come lo sviluppo di sistemi di allerta precoce. A causa della crisi climatica, “le regioni montane si stanno riscaldando rapidamente, il che influisce sul ciclo dell’acqua in modi insoliti e spesso imprevedibili”.

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Foto di Ciprian Morar su Unsplash.

L’acqua svolge un ruolo importante ai fini dell’adattamento. Circa il 30% delle foreste del mondo si trova in regioni montane, ne deriva che il potenziale di stoccaggio e sequestro del carbonio è notevole. Tuttavia, ad eccezione della protezione delle foreste e del rimboschimento, “le misure di mitigazione del cambiamento climatico, come quelle relative alla cura del suolo e al cambiamento della sua destinazione, sono spesso limitate”.

Le montagne, che coprono circa un quarto della superficie terrestre globale, forniscono tra il 55% e il 60% dei flussi annuali di acqua dolce. Eppure, “le regioni montane ricevono generalmente un’attenzione molto minore rispetto ad altre zone del mondo. Nella maggior parte dei casi non vengono menzionate nelle agende politiche globali”. In quanto punto di intersezione fra le crisi relative ad acqua, clima e biodiversità, “il ruolo essenziale che tali regioni svolgono nel contesto dello sviluppo sostenibile non può essere ignorato”.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.