Nel 2022, il numero di persone senza accesso all’energia elettrica è aumentato per la prima volta in oltre un decennio, poiché la popolazione, soprattutto nell’Africa sub-sahariana, è cresciuta a un ritmo superiore a quello delle nuove connessioni elettriche.
Di conseguenza, le persone senza elettricità sono salite a 685 milioni nel 2022, 10 milioni in più rispetto al 2021. Più dell’80 per cento vive nella regione dell’Africa sub-sahariana. A ciò ha contribuito una combinazione di fattori, tra cui la crisi energetica globale, l’inflazione, la crescente sofferenza del debito in molti Paesi a basso reddito e l’aumento delle tensioni geopolitiche. Tuttavia, le tendenze promettenti nell’implementazione di soluzioni energetiche decentralizzate, in gran parte basate sulle energie rinnovabili, stanno contribuendo ad accelerare il progresso, in particolare nelle aree rurali.
L’andamento del settimo Obiettivo di sviluppo sostenibile nel report IRENA e IEA
È quanto emerge dall’ultima edizione dello studio intitolato “Tracking SDG 7: The Energy Progress Report”, realizzato dall’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), in collaborazione con l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), la Commissione statistica delle Nazioni Unite (UNSD), la Banca mondiale e l’Organizzazione mondiale della sanità.
I risultati sono stati pubblicati il 12 giugno, a ridosso della ventisettesima riunione del Consiglio dell’IRENA che si è svolta il 13 e 14 nella città di Abu Dhabi, e sono stati ulteriormente discussi al successivo High-Level Political Forum (HLPF) on Sustainable Development.
Il settimo Obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG 7) riguarda l’accesso universale all’energia pulita: per raggiungerlo, sarà fondamentale aumentare l’efficienza energetica e la diffusione delle fonti rinnovabili, riducendo l’inquinamento e migliorando la qualità della vita dei cittadini.
Il clean cooking
Il report evidenzia anche come 2,1 miliardi di persone – soprattutto donne – vivano ancora senza accesso al clean cooking, ovvero a metodi di cottura moderni e meno impattanti sulla salute e sull’ambiente. Tutto questo contribuisce a 3,2 milioni di morti premature ogni anno, e influisce sull’educazione della popolazione femminile, che dedica gran parte della giornata alla raccolta della legna e alla preparazione dei pasti, rinunciando alla lettura e allo studio.
Leggi anche: Perché l’adattamento climatico è una questione di genere
Il rinnovato slancio politico nel contesto del G7, del G20 e i nuovi impegni finanziari assunti al vertice sulla cucina pulita in Africa fanno ben sperare, ma gli sforzi rimangono insufficienti per arrivare a garantire l’accesso universale all’elettricità o alla cucina pulita entro il 2030. Questo l’avvertimento lanciato dall’IRENA e dagli altri autori dello studio: alla fine del decennio, sulla base delle politiche attuali, ci saranno ancora 660 milioni di persone senza accesso all’elettricità e circa 1,8 miliardi senza accesso a tecnologie e combustibili puliti per cucinare.
La diffusione delle FER
Ci sono però dei segnali positivi. L’energia rinnovabile ha registrato una crescita robusta negli ultimi due anni e i miglioramenti in termini di efficienza energetica stanno gradualmente aumentando dopo il calo verificatosi durante la pandemia. Il consumo di elettricità rinnovabile è cresciuto di oltre il 6 per cento su base annua nel 2021, portando la quota delle energie rinnovabili nel consumo globale di elettricità al 28,2 per cento. Gli obiettivi stabiliti alla COP28 di Dubai mirano a triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare il tasso di efficienza energetica: per raggiungerli, saranno necessarie azioni concrete e tempestive.
Gli investimenti nell’energia pulita e l’appello dell’IRENA
In particolare, sarà cruciale ridurre la grande disparità che ancora caratterizza gli investimenti nell’energia pulita: nel 2022, l’80 per cento è dei finanziamenti è rimasto concentrato in sole 25 nazioni. Questo si è tradotto in risultati concreti: sebbene la capacità rinnovabile installata abbia raggiunto un nuovo record nel 2022, con 424 watt pro capite a livello globale, i Paesi sviluppati (con 1.073 watt pro capite) risultano avere una capacità installata 3,7 volte maggiore rispetto ai Paesi in via di sviluppo (con 293 watt pro capite).
Leggi anche: Energia pulita, si investe il doppio che nei fossili
“Anno dopo anno, le energie rinnovabili dimostrano di essere un attore leader nell’aumento dell’accesso all’elettricità. Ma la disparità distributiva rimane notevole, come si evince dai flussi internazionali di finanziamenti pubblici a sostegno dell’energia pulita”, ha commentato Francesco La Camera, direttore generale dell’IRENA. “Ci deve essere un forte senso di urgenza da parte della comunità internazionale per accelerare gli investimenti nelle infrastrutture rinnovabili e nelle tecnologie sostenibili, con particolare attenzione alle economie meno sviluppate e in via di sviluppo”.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.