31% delle imprese automotive investirà in mobilità elettrica al 2027

I dati dell’analisi presentata dall’osservatorio Tea

Nel triennio 2024-2027, il 48,1% delle imprese della filiera automotive non effettuerà investimenti significativi, il 31% ha in programma investimenti sulla mobilità elettrica e il 21% sulle motorizzazioni endotermiche. È quanto emerge dall’analisi presentata il 22 gennaio dall’osservatorio Tea presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nell’ambito dell’evento su Mobilità elettrica e industria italiana: i risultati della survey 2024.

mobilità elettrica
Foto di Patrick Langwallner su Unsplash.

Mobilità elettrica: la spinta della filiera automotive

In termini di volumi di risorse, il 61,6% degli investimenti sarà rivolto a componenti che non sono collegati al tipo di alimentazione del veicolo, “rispecchiando la natura fortemente invariante del portafoglio prodotti e delle competenze della filiera” si legge a commento nel comunicato stampa. Più nel dettaglio, il 17,9% degli investimenti si concentrerà sullo sviluppo di componenti esclusivi per i veicoli elettrici, il 10,1% sui componenti peculiari per i veicoli endotermici, il 6,7% su ingegneria e design e solo il 3,8% sul software, che rappresenterà invece uno dei principali terreni di sfida dei prossimi anni.

Le aziende di maggiori dimensioni, e con una più spiccata visione internazionale, sono quelle che dimostrano la maggiore propensione all’innovazione, mentre le realtà medio-piccole, situate in molti casi nel Mezzogiorno e fortemente dipendenti da pochi grandi committenti, faticano a mantenere il passo. Guardando alla transizione tecnologica in atto, il 66% delle imprese prevede che nel periodo considerato l’elettrificazione non avrà impatti sul portafoglio prodotti o non richiederà in ogni caso particolari adeguamenti. Il 26,6% del campione si appresta invece ad adottare un percorso specifico di adattamento e il 7,4% ipotizza di agire radicalmente sul proprio portafoglio prodotti o di concentrarsi su altre attività non collegate al settore automotive.

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Imprese chiedono diffusione dell’infrastruttura di ricarica

Tra le maggiori preoccupazioni della filiera c’è il nodo dei costi dell’energia, seguito dall’esigenza di un’accelerazione sull’adozione delle fonti rinnovabili, “percepita come un elemento di competitività rilevante per via delle certificazioni sull’impronta carbonica richieste ai fornitori di componenti” evidenzia la nota. Inoltre, si chiedono politiche per la diffusione dell’infrastruttura di ricarica, per facilitare assunzioni e formazione del personale e per stimolare la domanda di veicoli elettrici, agendo così indirettamente anche sulle economie di scala.

Sotto il profilo occupazionale, l’analisi rileva che le imprese che investiranno nelle produzioni rivolte alla mobilità elettrica sono le uniche con outlook positivo, soprattutto per quanto riguarda le assunzioni nelle aree a maggior valore aggiunto, come ricerca e sviluppo (+5,6%) e sistemi informatici (+8%). Ben il 55,2% delle aziende dichiara infine di non avere in programma investimenti sul versante dell’innovazione di processo.

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