climaPer percorrere con convinzione la strada della decarbonizzazione e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, la strategia dell’Italy climate report (Icr) 2020, presentato oggi durante la Conferenza nazionale sul clima organizzata da Italy for climate, è complessa. La ricetta promossa dalla fondazione per lo Sviluppo sostenibile insieme ad altre imprese prevede che l’Italia raggiunga la neutralità carbonica entro il 2050, nel quadro della più ampia strategia disegnata dall’Unione europea.

Neutralità climatica in Italia al 2050: ecco come

L’Italia riuscirà a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 solo:

  • riducendo le emissioni del 55% rispetto al 2019 e del 19% rispetto al 2019;
  • raddoppiando la produzione di fonti rinnovabili, facendola crescere in modo significativo soprattutto nella generazione di calore e nei trasporti e arrivando al 67% nel settore elettrico;
  • producendo da fonti rinnovabili il 40% della domanda di energia, contro il 18% attuale;
  • efficientando i consumi del 43% entro il 2030;
  • riducendo del 25-30% le emissioni non energetiche derivanti dall’uso dei combustibili fossili nei processi industriali, in agricoltura, nella gestione dei rifiuti.

Le 6 tipologie di intervento da attuare

Data l’operosità del piano, ci sono sei tipologie di interventi trasversali da attuare:

  1. introdurre di un sistema di carbon pricing;
  2. passare da un modello lineare a uno circolare e rigenerativo;
  3. accelerare la ricerca e lo sviluppo e nella diffusione di soluzioni innovative;
  4. semplificare e razionalizzare le procedure e gli iter autorizzativi;
  5. promuovere la cultura della transizione.

Queste riguardano il settore dei trasporti, dell’industria, residenziale, terziario, agricoltura, gestione rifiuti, generazione elettrica.

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Numeri e commenti dell’Italy climate report

Dal 2014 al 2018 le rinnovabili in Italia sono cresciute meno che in altri Paesi, come Spagna, Francia e Germania. Nel Paese si è registrato un aumento inferiore al 7% contro la media UE del 14%.

“La roadmap climatica per l’Italia è un percorso da costruire insieme”, ha evidenziato in un videomessaggio il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, “noi abbiamo già ben iniziato riunendo gli Stati generali e definendo con l’Unione europea il modo di intervenire rispetto al Recovery fund e quindi al Recovery plan attraverso le schede”.

La linfa vitale della roadmap climatica sarà, dunque, il confronto con i principali stakeholder nazionali. Criterio essenziale per declinare in Italia il progetto europeo di diventare la prima regione climate neutral del mondo.

“Dobbiamo promuovere una grande trasformazione del nostro tessuto sociale a livello globale e questo richiede forti investimenti pubblici”, ha ribadito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro.

A lanciare un segnale positivo il ministro per gli Affari regionali e autonomie, Francesco Boccia: “Oggi in Parlamento approveremo il primo provvedimento in direzione recovery fund. Penso che da qui a fine anno e poi da gennaio ad aprile del 2021 avremo il quadro definitivo non solo delle risorse quadro che vanno nella direzione della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile ma avremo anche le misure di dettaglio”.

“Se non sapremo tradurre in pratica l’indicazione europea di destinare al clima una quota rilevante dei finanziamenti per la ripresa dalla più grande crisi economica dal dopoguerra – avverte Edo Ronchi, presidente della fondazione per lo Sviluppo sostenibile – il rimbalzo delle emissioni dopo il crollo del 2020 ci allontanerà di nuovo dai nostri obiettivi”.

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