Il Regno Unito si trova ora ad affrontare l’aumento dei prezzi dell’energia e una fornitura inaffidabile di elettricità. Soprattutto riguardo il secondo punto questo dipende dalla Brexit.
Per reagire a questa congiuntura negativa, il governo britannico deve fare investimenti sostanziali per aumentare la quota di elettricità prodotta da fonti rinnovabili.
L’ultimo rapporto di GlobalData
Lo scorso 29 aprile GlobalData, istituto di spessore globale che si occupa di analisi sul mercato energetico, ha diffuso il rapporto: “Dimensioni del mercato energetico del Regno Unito, tendenze, normative, panorama competitivo e previsioni, 2022-2035”.
L’analisi del documento parte dal recente conflitto Russia-Ucraina. Questo ha sollevato interrogativi sull’affidabilità delle importazioni. Sebbene il Regno Unito non abbia una porzione rilevante delle sue importazioni di gas dipendenti da Mosca, non è immune dai prezzi elevati causati dal conflitto.
Gli effetti dello scontro bellico
Inoltre, il Regno Unito ha imposto sanzioni alla Russia, che lasceranno un vuoto che molto probabilmente colmeranno le rinnovabili.
Secondo l’Energy & climate intelligence unit (Eciu) del Regno Unito, le bollette energetiche nel paese potrebbero salire a 2.520 GBP (3.000 EUR) nell’ottobre 2022.
Una crescita pari a 505 GBP (600 EUR) rispetto ai livelli precedentemente previsti a causa dell’impatto della guerra tra Russia e Ucraina.
Le soluzioni per affrancarsi dagli idrocarburi
Attaurrahman Ojindaram Saibasan, power analyst di GlobalData, spiega: “Il Regno Unito genera energia da una vasta gamma di fonti, tra cui carbone, gas, petrolio, energia idroelettrica, energie rinnovabili e nucleare. L’energia termica è la sua principale fonte di produzione di energia e le centrali elettriche a gas costituiscono la maggior parte della sua capacità termica”.
“Il Regno Unito è attivamente coinvolto negli scambi di energia con diversi paesi europei, anche se negli ultimi anni questo è stato caratterizzato da un modello di importazione di energia piuttosto instabile“.
Recentemente, nel nord dell’Inghilterra sono stati scoperti 1.300 trilioni di piedi cubi di riserve di gas di scisto.
Prima di questa scoperta, si stimava che il gas di scisto avrebbe costituito il 76% delle importazioni di energia del Regno Unito nel 2030. La scoperta delle riserve di gas, ha permesso di ridurlo fino al 37%.
Si prevede che il gas di scisto sosterrà la fornitura di energia naturale del Regno Unito per i prossimi 50-100 anni al tasso di consumo attuale.
L’industria del gas di scisto è attualmente nelle fasi iniziali nel Regno Unito. Il governo sta preparando, infatti, agevolazioni fiscali e incentivi per attrarre investimenti in questo settore
Saibasan conclude: “Il governo del Regno Unito è impegnato ad aumentare la quota di energie rinnovabili nel suo mix energetico. Sta introducendo nuove politiche e collaborando con enti privati per guidare la crescita delle energie rinnovabili nel settore elettrico”.
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