La crisi causata dal Sars-Cov-2 ha influito sul modo in cui i cittadini italiani percepiscono l’emergenza climatica. Gli italiani sono spaventati più dalla pandemia di Covid-19 che dai cambiamenti climatici, rispettivamente per il 68 e il 32%, quest’ultimo dato in diminuzione di nove punti percentuali rispetto al 2019. Nel mezzo, ci sono la paura per la disoccupazione (63%) e la crisi finanziaria (47%). “Il 2020 è stato un anno molto difficile. Non c’è da stupirsi se la pandemia di Covid-19 sia ora la principale preoccupazione dei cittadini”, commenta in una nota stampa Ambroise Fayolle, vicepresidente della Banca europea per gli investimenti.
Italiani spaventati dalla pandemia più che dalla crisi climatica
A rivelare questi timori sono i numeri contenuti nella terza indagine della Bei sul clima. La stessa priorità riguarda i cittadini americani ed europei, rispettivamente per il 73 e il 72%. Solo i cinesi restano più preoccupati per i cambiamenti climatici: per il 61% di loro restano in assoluto la sfida maggiore che il Paese deve affrontare. Il Covid-19 richiede priorità solo per il 59%.
La posizione di italiani, europei, cinesi e americani
Gli italiani si rivelano più spaventati di restare senza lavoro e della crisi finanziaria rispetto ai cittadini dell’Unione europea. In UE, la media è, rispettivamente, del 41% e del 37%.
Fil rouge in tutto il mondo è la possibilità di sostenere una ripresa verde o adottare le misure necessarie per tornare celermente alla crescita economica. “Gli italiani chiedono una ripresa economica verde. Si tratta di un segnale forte e di un invito ad agire per le istituzioni interessate. La Bei si impegna più che mai ad affrontare questa sfida nei prossimi anni”, aggiunge Fayolle. In Italia il 60% ritiene che l’azione per il clima sia essenziale per la ripresa economica post-pandemia di Covid-19. Una media superiore di tre punti percentuali rispetto a quella europea. Percentuale che sale al 73% in Cina.
Come viene visto l’impegno dei paesi
Il 66% degli europei pensa che l’UE sia in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici. In paragone, il 90% dei cittadini cinesi crede che la Cina sia nella posizione di punta, e il 49% degli americani attribuisce questo ruolo agli Stati Uniti.
L’80% degli italiani, contro il 70% della media degli europei, è favorevole a misure governative più stringenti e correttive dei comportamenti individuali per contrastare i cambiamenti climatici.
Solo il 35% degli italiani ritiene che l’Italia sia in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici; una percentuale di sei punti inferiore alla media europea (41%). Di questi, per il 25% hanno tra i 15 e i 29 anni; il 41% invece appartengano alla fascia di età pari a, o superiore a, 65 anni. Invece, il 57% degli italiani crede che l’UE svolga un ruolo di primo piano nella lotta contro i cambiamenti climatici, rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. La media europea in questo caso è del 66%.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.