L’impatto della guerra in Ucraina sulle scorte europee di petrolio greggio

Con la riduzione delle forniture russe di gas, è stato necessario effettuare dei prelievi dalle riserve di petrolio dell’Unione europea.

  • Gli Stati membri dell’UE devono mantenere un livello minimo di scorte di prodotti petroliferi.
  • Per stabilizzare il mercato in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, è stato necessario attingere a queste fonti che, ora, sono ai minimi storici.
riserve di petrolio greggio
Fonte Eurostat

Una direttiva del Consiglio europeo stabilisce che gli Stati membri debbano mantenere un livello minimo di scorte di petrolio greggio e/o di prodotti petroliferi. La dipendenza dell’Unione da questi prodotti è ancora molto elevata e, dal punto di vista della sicurezza energetica, è fondamentale garantirsi delle riserve da sfruttare in caso di emergenza. Tuttavia, un’analisi pubblicata il 18 ottobre da Eurostat rivela che queste riserve sono ai minimi storici.

Il picco negativo nel mese di giugno

In particolare, il picco negativo è stato raggiunto nel mese di giugno 2022, con 101,1 milioni di tonnellate a livello comunitario: una cifra del 4,5 per cento inferiore a quella del gennaio 2022, e del 10,3 per cento inferiore a quella del giugno 2021. A luglio 2022, siamo saliti a 103,6 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,5 per cento rispetto al mese precedente.

C’è però una spiegazione: a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, nei mesi di marzo e aprile 2022 sono stati concessi due prelievi da questi stock, allo scopo di stabilizzare il mercato con il coordinamento dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA). Le riserve di alcuni degli Stati membri che hanno partecipato all’azione congiunta sono scese al di sotto dei livelli minimi stabiliti per legge.

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Le oscillazioni degli stock commerciali

A differenza degli stock emergenziali che normalmente sono stabili, le scorte commerciali di petrolio possono fluttuare in base alle tendenze del mercato. Ad agosto 2020 la domanda era diminuita talmente tanto a causa della pandemia di Covid-19 che i livelli delle scorte commerciali hanno registrato un record (63,2 milioni di tonnellate), raggiungendo in alcuni Paesi la capacità massima di stoccaggio. Con la ripresa delle attività economiche, i livelli hanno ricominciato a diminuire, toccando un minimo nel dicembre 2021 (44,8 milioni di tonnellate). In seguito, hanno subito diverse oscillazioni anche a causa della guerra in Ucraina, raggiungendo 51,4 milioni di tonnellate nel luglio 2022.


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