Il 5 dicembre, come ogni anno, si celebra la giornata mondiale del suolo. Il tema di quest’anno è “Manteniamo il suolo vivo, proteggiamo la biodiversità del suolo”. Si invoca protezione perché in Italia “dopo il boom economico, il consumo del suolo da un valore iniziale pari al 2,7% ha subìto una tendenza al generale incremento arrivando al 6,9% nel 2008”, spiega il vicepresidente del Consiglio nazionale dei geologi Filippo Cappotto. E manca ancora una legge nazionale di difesa del suolo, nonostante alcuni virtuosi esempi regionali tra cui Emilia Romagna e Sicilia.
I numeri in occasione della giornata mondiale del suolo
Fino al 2013 si è registrato un rallentamento, ma poi il consumo si è ripreso: nel 2019 si è arrivati al 7,1% (fonte Rapporto annuale 2020 di Ispra). “Si è passati da 8.100 chilometri quadrati degli anni Cinquanta a 21.400 chilometri quadrati nel 2019 sul territorio totale italiano”, prosegue Cappotto.
Ogni giorno il suolo artificiale impermeabilizzato aumenta di 2 mq al secondo, anche nelle zone più a rischio: le aree di espansione dei fiumi, valloni rii e torrenti, sono tombate. Questo provoca danni irreparabili, “amplificando dunque il quadro sempre più preoccupante del dissesto idrogeologico e mettendo a rischio la sicurezza del territorio”, prosegue Cappotto.
Nel 2018 l’Ispra ha misurato 620.808 frane che coprono un’area di circa 23.700 chilometri quadrati, pari al 7,9% del territorio nazionale. Ciò riflette un triste record: l’Italia è tra i paesi più “franosi” d’Europa. Per fare prevenzione, non basta pianificare gli interventi a difesa del territorio , ma secondo Cappotto bisogna aggiungervi “la professionalità dei geologi che è basilare per la propria e unica capacità di lettura del territorio, dell’ambiente e del suolo, capace di prevedere le evoluzioni future, assumendo in questo senso un ruolo centrale nella prevenzione di frane e alluvioni”.
La convenienza della prevenzione
Agire sulla prevenzione è anche conveniente: è stato stimato che i costi degli interventi di difesa del suolo sono di dieci volte inferiori di quelli post emergenza. “ È necessario semplificare le procedure (burocratiche nedr), ma allo stesso tempo rafforzare l’imprescindibile ruolo del geologo nella prevenzione e programmazione territoriale”, prosegue Cappotto, visto che “i tempi di ritorno delle catastrofi sono diminuiti notevolmente a causa dei cambiamenti climatici e sono, purtroppo, molto più veloci della burocrazia”. È per questo che a Bitti “due alluvioni distruttive nell’arco di sette anni non hanno dato il tempo ai progetti di mitigazione del rischio di essere realizzati”.
Leggi anche Cresce il consumo di suolo. Allarme per coste, zone sismiche e a rischio idrogeologico
Perdita del suolo agricolo
Guardando al suolo agricolo, ricorda Confagricoltura, in 30 anni si è perso il 20% della Superficie agricola utilizzata (Sau) a causa dell’espansione delle città e delle infrastrutture, del degrado delle aree periurbane e dell’abbandono dei territori collinari e montani. I raccolti globali sono destinati a ridursi fino al 50% in alcune aree d’Italia se non si interverrà con determinazione, avverte Confagricoltura.
“Il suolo – ha evidenziato Confagricoltura – è una risorsa preziosa di fatto non rinnovabile. Meno superfici dedicate all’agricoltura si traducono in meno fertilità dei terreni e in meno cibo; tutto ciò a fronte di una popolazione mondiale in aumento”.
Ci sono, però, grandi opportunità da non farsi scappare “per salvaguardare e vitalizzare la risorsa suolo: Green deal, Farm to fork, la futura Pac, le politiche di coesione, il nuovo programma nazionale della ricerca, ma soprattutto il Recovery plan”.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.