- Per l’Europa, questa è stata l’estate più arida di sempre da quando sono cominciate le rilevazioni negli anni Cinquanta.
- I cambiamenti climatici hanno drammaticamente aumentato le probabilità che ciò accadesse.
- Lo rivela un gruppo di ricercatori della World Weather Attribution initiative.
La siccità che quest’estate ha interessato l’emisfero nord è stata resa venti volte più probabile dalla crisi climatica. Con il riscaldamento globale, dobbiamo aspettarci fenomeni simili ogni vent’anni: eventi che, senza l’impatto delle attività umane, si verificherebbero solo una volta ogni quattro secoli.
A rivelarlo è un gruppo internazionale di ricercatori che, il 5 ottobre, ha pubblicato uno studio per conto della World Weather Attribution initiative. Gli esperti hanno elaborato i risultati sulla base di dati relativi al suolo, all’acqua e con l’aiuto di modelli matematici.
L’estate più asciutta di sempre in Europa
Per l’Europa, questa è stata l’estate più arida di sempre da quando sono cominciate le rilevazioni negli anni Cinquanta, con 24mila morti legate al caldo eccessivo. Guardando all’intero emisfero nord, è stata la siccità più drammatica dopo quella del 2012. Una situazione che non ha fatto altro che aggravare la crisi energetica e alimentare causata dalla guerra in Ucraina.
Più che delle precipitazioni ridotte, la colpa è stata delle ondate di calore: se nel Regno Unito il termometro ha toccato i 40 gradi centigradi per la prima volta nella storia, il 2022 in Italia è stato l’anno più caldo di sempre, con incendi devastanti che hanno bruciato migliaia di ettari di foreste.
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“Bisogna fare a meno dei combustibili fossili”
Secondo gli scienziati, tutto questo non sarebbe avvenuto senza i cambiamenti climatici causati dall’uomo, che “stanno aumentando il rischio di siccità nelle regioni densamente popolate e coltivate”, spiega Sonia Seneviratne, una delle autrici dello studio. “Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili se vogliamo prevenire periodi di siccità sempre più frequenti e più intensi”.
La ricerca è complessa e ci sono margini di errore, ma gli esperti credono che le previsioni potrebbero addirittura essere meno rosee. “La crisi climatica ci sta colpendo duramente, non fa distinzione fra paesi poveri e paesi ricchi, che credevamo fossero meno vulnerabili. La situazione sta peggiorando più velocemente di quanto pensassimo”, aggiunge Maarten van Aalst, direttore del Red Cross Red Crescent climate centre. Non c’è davvero più tempo da perdere.
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