Trasporti, aumentano i mezzi pesanti a Gnl (gas naturale liquefatto. Lng la sigla in inglese) e le stazioni di ricarica. Il rapporto annuale del centro di ricerche economico-energetiche Ref-e sullo small scale Lng Sslng watch 2019 attribuisce all’Italia il primato europeo nei trasporti pesanti. Siamo terzi nel mondo, dopo Cina e Stati Uniti, con 70 distributori attivi (38 nel 2018, 15 nel 2017). Intanto il ministero dell’Ambiente e dello sviluppo economico portano avanti le iniziative per la mobilità sostenibile.
Il ministro del Mise, Stefano Patuanelli, ha presieduto, il 4 febbraio, il gruppo di lavoro dedicato alle misure per il sostegno alla domanda di mezzi di trasporto, istituito nell’ambito del tavolo automotive dello scorso 18 ottobre. Il ministro ha sottolineato come “l’automotive sia uno dei settori strategici per il Paese, in cui la transizione può costituire una grande opportunità di sviluppo se accompagnata da misure incentivanti, in grado di supportare i cambiamenti in atto”. Patuanelli ha evidenziato quindi come l’impegno del Governo per la transizione energetica del paese guardi a un’analisi “degli incentivi alla domanda, per proseguire con quella relativa sia alla produzione sia alla rete infrastrutturale a servizio del mercato”. L’obiettivo è stabilire un “percorso condiviso”.
Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, commenta il decreto notificato alle regioni del Bacino Padano, una delle aree più sotto stress per inquinamento “cronico” dell’aria in Italia, che ripartisce 180 milioni di euro per interventi anti smog per il potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale urbano e suburbano. “Rispondiamo con i fatti alle polemiche sterili”, afferma il ministro dell’Ambiente “Mi aspetto adesso che le regioni presentino presto i progetti, per poter finalmente procedere all’attuazione di azioni efficaci per il miglioramento della qualità dell’aria in particolare nei grandi centri urbani. Lo dobbiamo ai cittadini e all’ambiente” .Gli interventi sono suddivisi per annualità fino al 2022.
La fotografia del Gnl in Italia
La crescita del trasporto a Gnl è trainata dall’accelerazione nella realizzazione di stazioni di servizio e dal numero di camion in circolazione. Non ha dubbi il report Ref-e sullo small scale Lng Sslng Watch 2019 che evidenzia gli impianti dotati di depositi di Gnl di piccola taglia sale da 70 del 2018 a 107 di fine 2019.
In salita anche le previsioni di consumo per i trasporti con una crescita del 290% al 2023 equivalenti a circa 190.00 tonnellate all’anno. Per le auto (Gnl vaporizzato) è stato valutato un mercato di circa 58.000 t/a per un totale di 248.000 t/a. Complice anche il costo che segna nel 2019 un distacco del 40% in meno rispetto al gasolio.
Conferenza Gnl in un nota sottolinea come questi sviluppi siano avvenuti “nonostante le gravi crisi degli approvvigionamenti dovuti agli scioperi in Francia. Marsiglia resta al momento l’essenziale fonte di approvvigionamento del Gnl per l’Italia, con più del 95% delle forniture, difficilmente sostituibili e in ogni caso con pesanti conseguenze economiche per gli operatori. Il previsto avvio entro il 2022 delle forniture di piccola taglia dal rigassificatore Olt al largo di Livorno, il completamento dei depositi Higas a Santa Giusta-Oristano, che sarà il punto di ingresso del Gnl in Sardegna ma disponibile anche per il rifornimento delle navi, quello Edison-Pir di Ravenna e le iniziative di Snam per l’uso del Gnl del rigassificatore di Panigaglia (La Spezia) e altre iniziative di depositi costieri annunciate appaiono in grado di risolvere stabilmente il problema”.
Dal Rapporto 2019 emergono, inoltre, due dati importanti: da una parte le politiche programmatiche, riprese anche nel Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima), guardano con favore allo sviluppo del Gnl nei diversi settori di utilizzo; dall’altra, molte sono le iniziative imprenditoriali volte a garantire lo sviluppo delle infrastrutture nazionali di approvvigionamento. Su questo ultimo aspetto si sofferma il commento del presidente Assogasliquidi/Federchimica Andrea Arzà che lo segnala in una nota stampa come “uno dei principali fattori da affrontare” e di cui “vanno individuate e rese operative misure di sostegno agli investimenti delle imprese in tale segmento, al fine di consentire di accelerare la costruzione dei depositi di approvvigionamento nazionale e tutte le altre iniziative volte a garantire la presenza sull’intero territorio del prodotto, insieme alla conferma delle misure incentivanti per i mezzi alimentati a Gnl, della stabilità del quadro fiscale e di normative omogenee e semplificate”.
Numero di impianti
Sono 65 distributori pubblici e 5 aziendali. A questi vanno aggiunti 10 distributori con Gnl che forniscono solo gas naturale compresso alle automobili ed uno aziendale per il trasporto pubblico. Un numero già in crescita nei primi mesi del 2020. Sono difatti 3 i distributori pubblici, ancora non recensiti, inaugurati nel mese di gennaio. Altri 25 impianti sono stati autorizzati e in costruzione.
In ambito industriale sono 5 i nuovi impianti attivi nel 2019, che passano dai 19 del 2018 a 24, stabili gli impianti al servizio di reti isolate che restano 2; circa 40 sono in corso di autorizzazione o appalto.
Trasporto su camion e navale a Gnl
Il 2019 segna anche un record nelle immatricolazioni di camion a Gnl rispetto al 2018, con un raddoppio dei numeri attestandosi a: 2.174. dato che secondo Ref-e cresce a circa 2.500 considerando le immatricolazioni estere.
9 le navi a Gnl attive nel Mediterraneo a dicembre 2019. Tra queste grandi navi da crociera, rifornibili da navi cisterna, e traghetti rifornibili dai moli con camion cisterna, come in uso per i combustibili tradizionali. Un solo porta container. Entro il 2022 Ref-e prevede l’arrivo di altre 10 navi a Gnl per un consumo complessivo previsto tra 10.000 e 15.000 t/a in Italia; nell’ipotesi più conservativa i consumi potranno però crescere a 125.000 t/a nel 2025 e a 250.000 t/a nel 2030.
La questione Sardegna e l’uscita da “l’era” del carbone
Pesa sulle previsioni di consumo civile e industriale l’ipotesi di metanizzazione della Sardegna e la eventuale realizzazione parziale o totale della “dorsale sarda”.
“Gli unici progetti approvati e in fase di realizzazione sono i depositi costieri ad Oristano e che di conseguenza non esiste ad oggi alcun progetto di rigassificatore approvato per la Sardegna” ha dichiarato in una nota la sottosegretaria del Mise, Alessandra Todde, a seguito dell’incontro lo scorso 31 gennaio presso il Ministero, del tavolo di confronto da lei presieduto sull’uscita dal carbone per la produzione di energia elettrica in Sardegna. “Inoltre, il Pniec ribadisce che il metano è fonte energetica di transizione per le aree produttive sarde”, continua la Sottosegretaria. “Il Governo sta sostenendo concretamente la ripresa industriale della Sardegna, che deve basarsi su una transizione sostenibile in termini ambientali, sociali ed occupazionali e su un costo dell’energia equo sia per gli imprenditori che per tutti i cittadini sardi”. Evidenziando, infine, come la Regione meriti “il migliore dei progetti energetici possibili. Siamo al lavoro per raggiungere questo obiettivo”.
Secondo lo studio del Ref-e “La metanizzazione della Sardegna, che avverrà con l’importazione di Gnl nell’isola, potrebbe portare a circa 10.000 t/a i consumi civili, mentre le utenze industriali, anch’esse condizionate dagli sviluppi sardi, potrebbero arrivare a 22.000 t/a nelle valutazioni più conservative, per un totale nazionale di circa 32.000 t/a”.
Come saranno assegnati i 180 milioni per combattere lo smog “cronicizzato” nel Bacino Padano
Le Regioni del Bacino Padano hanno 120 giorni di tempo, dalla registrazione del decreto, per presentare al Ministero dell’Ambiente i progetti degli interventi che intendono attuare. Dalla presentazione basteranno 45 giorni per l’eventuale approvazione e la successiva ripartizione dei fondi.
I fondi arriveranno secondo una ripartizione concordata dagli assessori all’Ambiente delle regioni interessate ed è stata valutata in base alla popolazione residente e la ricorrenza dei superamenti dei valori limite del biossido di azoto e PM10.
In particolare si legge sul sito del Minambiente: all’Emilia Romagna sono assegnati 39,3 milioni; alla Lombardia 60,5; oltre 39 milioni al Piemonte e oltre 41 al Veneto.
Gli interventi ammessi dal finanziamento al Bacino Padano
Tra gli interventi finanziabili: potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale urbano e suburbano con mezzi elettrici o alimentati con combustibili alternativi; ammesse le classi di omologazione Euro VI per i territori caratterizzati da un campo di variazione altimetrica rilevata dal Modello digitale di elevazione (Dem) superiore a 400 metri e conseguente rottamazione di mezzi Euro IV o inferiori; anche sostituzione di mezzi di classe Euro IV o inferiore. Prevista anche l’integrazione del trasporto navale per la navigazione interna (es. vaporetti e unità navali per il trasporto pubblico) elettriche o che rispettino i limiti di emissione della Fase V del Regolamento (UE) 2016/1628 con contestuale rottamazione di un eguale numero di navi aventi livelli di emissione pari od inferiore alle precedenti fasi. Infine, attenzione al controllo della circolazione dei veicoli e relativi sistemi di informazione e gestione in zone a traffico limitato (di seguito Ztl) o nelle aree soggette a disposizioni di limitazioni della circolazione per motivi ambientali in base alle disposizioni delle singole regioni.
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