Blockchain Rete Smartcity

Lo scorso 21 settembre, il World Economic Forum ha lanciato la Crypto Sustainability Coalition durante una tavola rotonda intitolata “Web3’s climate impact”.

La Crypto sustainability coalition collega 30 partner che operano nei settori dello sviluppo sostenibile, delle tecnologie crypto e blockchain per studiare come il web3 possa essere sfruttato per avere un impatto positivo sul clima. 

A tal fine, l’organismo sosterrà la ricerca e lo sviluppo, condividerà le migliori pratiche e influenzerà la regolamentazione in materia di clima. 

“Il lancio della coalizione è stato tempestivo, poiché è urgente sostenere la decarbonizzazione delle criptovalute e garantire che il settore faccia parte della soluzione climatica”, ha dichiarato in un comunicato stampa Madeleine Hillyer, specialista dei media statunitensi per il Wef.Inoltre, è necessaria una chiarezza normativa che promuova l’innovazione del web3, protegga i consumatori e migliori l’inclusione finanziaria”.

I tre gruppi di lavoro della coalizione 

La coalizione sarà divisa in tre gruppi di lavoro che affronteranno tre questioni specifiche:

  • sull’utilizzo dell’energia, con l’analisi del consumo di energia e dei materiali dell’industria crittografica per costruire un quadro più chiaro del suo impatto sul clima e sulla natura;
  • sul potenziale di azione per il clima, con un’indagine sui modi in cui le innovazioni del web3 potrebbero affrontare le sfide della transizione a basse emissioni di carbonio al ritmo necessario per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi;
  • sui crediti di carbonio “on-chain”, con un’indagine sul loro ruolo nell’affrontare gli attuali difetti dei mercati globali del carbonio, tra cui: la mancanza di trasparenza sulle compensazioni di carbonio, l’incapacità dei mercati di eliminare le emissioni di carbonio su scala e al ritmo richiesto e l’incapacità di molte piccole imprese e comunità locali di partecipare ai mercati dei crediti di carbonio.

Cosa è il web3?

Il web3 è un recente sviluppo del concetto di Internet, una nuova idea di web totalmente decentralizzato, basato su protocolli inediti e, soprattutto, sulla tecnologia blockchain. Secondo alcune teorie, il web3 è l’attualizzazione del web 3.0. 

Il web3 è la terza generazione del web che tutti quanti utilizziamo quotidianamente. Funzionerà grazie alle blockchain e, proprio per questo, dovrebbe garantire agli utenti la massima libertà d’uso togliendo alle big tech la possibilità di controllarlo.

Il web3 consiste nella pubblicazione di un sito web o di un identità all’interno di un blocco situato dentro una blockchain, la quale verrà ospitata dentro milioni di “wallet”, impedendo la cancellazione, l’oscuramento e la falsificazione di quel determinato blocco, di quel sito web o contenuto.

Il web 3 è anche chiamato “web semantico” perché utilizza l’intelligenza artificiale e si può definire come un web che appartiene completamente agli utenti, all’interno di un internet residente in una catena di blocchi.

Il ruolo del web3 nella lotta al riscaldamento globale

Nelle loro attività, i gruppi di lavoro metteranno in evidenza gli standard industriali e le migliori pratiche, oltre a fornire esempi di azioni tangibili che attestino come le tecnologie web3 possano sostenere le comunità più vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico.

L’obiettivo più ampio è quello di promuovere l’educazione sul web3 e di informare meglio i governi su come regolamentare le tecnologie e incentivarne lo sviluppo.

“Un aspetto importante e unico di web3 è che utilizza la tecnologia per sostenere e premiare l’impegno e l’azione diretta della comunità”, commenta Brynly Llyr, responsabile del settore blockchain e asset digitali del World Economic Forum. “Ciò significa che possiamo coordinare il lavoro di molti individui direttamente tra loro, consentendo un’azione collettiva senza controllo centralizzato, ovvero un potente acceleratore per l’azione di base”.

Numerose iniziative blockchain si sono concentrate sulla tracciabilità degli asset, ad esempio per le energie rinnovabili e i crediti di carbonio, mentre i minatori di criptovalute hanno avviato dei progetti come la partecipazione a iniziative di risposta alla domanda.

L’ingente consumo delle mining farm

Le mining farm sono fortemente energivore e contribuiscono all’emissione di gas serra; la quantità di CO2 immessa in atmosfera dipende da come viene generata l’energia elettrica. L’enorme fabbisogno elettrico è dovuto al funzionamento dei circuiti integrati e alla refrigerazione necessaria ad evitare il danneggiamento dei computer.

Ma mentre i data center sono considerati necessari con il passaggio a soluzioni e servizi cloud, il crypto mining e l’estrazione di Bitcoin, in particolare, hanno suscitato reazioni contrastanti, in particolare da parte dei politici preoccupati per i limitati benefici a livello generale.

Mentre si chiedevano restrizioni, compresi i divieti, ad esempio da parte delle autorità svedesi, i minatori di criptovalute hanno reagito con una serie di misure che stanno adottando, così come i centri dati, per rafforzare le loro credenziali “verdi” e dimostrare un approccio più sostenibile su base volontaria.

Tra le soluzioni: alimentare il mining con energie rinnovabili

L’opzione più ovvia e potenzialmente più semplice è quella di alimentare il mining con le energie rinnovabili.

Nel suo ultimo rapporto, il Bitcoin Mining Council stima che alla fine del secondo trimestre del 2022 il mix di elettricità sostenibile per il mining di bitcoin è salito a quasi il 60% a livello globale, con un aumento del 6% nell’ultimo anno.

Il Consiglio, un forum globale volontario, sostiene che i dati su cui si basa questa cifra coprono ora più della metà della rete globale di bitcoin, con i membri e gli altri partecipanti al suo sondaggio che hanno raggiunto un mix di energia sostenibile pari a due terzi.

Con questi dati, il Consiglio sostiene che il mining di bitcoin sia una delle industrie più sostenibili a livello globale.

Nello stesso periodo, anche l’efficienza della rete bitcoin è migliorata in modo significativo grazie ai progressi tecnologici, passando da 14,4EH/GW nel secondo trimestre del 2021 a 21,1EH/GW nel secondo trimestre del 2022.

Grazie ad ulteriori progressi, ci si può aspettare maggiore efficienza, anche se allo stesso tempo, lo sforzo di mining aumenta nel tempo con la riduzione del numero di bitcoin coniati e l’avvicinarsi di un tetto massimo.


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