400.000 ettari è la superficie che ogni anno in Europa viene consumata dai roghi a causa di una combinazione di temperatura, precipitazioni, velocità del vento e umidità relativa. La biodiversità e la resilienza degli ecosistemi al cambiamento climatico diminuiscono anche a causa di incendi che riducono lo spazio per i processi naturali e rappresentano una grave forma di disadattamento che degradano, sostituiscono o frammentano le aree verdi, riducendo così la loro capacità di fornire i servizi ecosistemici essenziali.
Lo rivela l’ultimo rapporto di valutazione sul clima dell’Ipcc, Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability recentemente pubblicato. In particolare, il contributo del working group II anticipa che le aree a rischio d’incendio sono previste in espansione, minacciando la biodiversità e l’assorbimento del carbonio da parte degli ecosistemi forestali e naturali.
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Il cambiamento climatico incide sugli incendi
Il cambiamento climatico indotto dall’uomo, inclusi gli eventi estremi più frequenti e intensi, hanno causato impatti avversi diffusi e perdite a danno degli habitat che vanno al di là della naturale variabilità del clima. Gli eventi meteorologici estremi, di cui fanno parte la siccità, ondate di calore e gli stessi incendi, sono riconosciuti come uno dei cinque motivi di preoccupazione relativi ai cambiamenti climatici fin dal terzo rapporto di valutazione.
I dati delle proiezioni future riassunte nei messaggi del rapporto evidenziano un aggravamento dell’impatto della siccità sul Mediterraneo. Lo mette in evidenzia Donatella Spano, membro del comitato strategico della fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), che in una nota stampa sottolinea. “Questo mette a rischio funzionalità e salute di foreste e boschi, esponendoli ad ulteriori disturbi biotici e abiotici, come gli incendi. Inoltre, si assiste, anno dopo anno, ad un graduale ma inesorabile cambiamento del regime degli incendi. Aumentano sia la lunghezza delle stagioni degli incendi sia quelli che vengono definiti grandi incendi forestali, eventi cioè di proporzioni catastrofiche, con un altissimo impatto sociale, economico e ambientale, sempre più difficili da spegnere a causa delle condizioni meteorologiche estreme che verranno esacerbate dai cambiamenti climatici in atto e futuri”.
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Parola chiave: adattamento
L’ultimo rapporto dell’Ipcc riconosce l’interdipendenza tra clima, ecosistemi e biodiversità, società umane e integra più fortemente le conoscenze trasversali a quelle naturali, ecologiche, scientifiche, sociali ed economiche rispetto alle precedenti valutazioni.
La valutazione degli impatti e dei rischi del cambiamento climatico, nonché l’adattamento è contrapposto a tendenze globali non climatiche che si sviluppano contemporaneamente, ad esempio la perdita di biodiversità, il generale consumo insostenibile delle risorse naturali, il degrado del suolo e degli ecosistemi, la rapida urbanizzazione, i cambiamenti demografici, le disuguaglianze sociali ed economiche.
“Le transizioni di sistema sono importanti per raggiungere i bassi livelli di riscaldamento globale che eviterebbe molti limiti all’adattamento. Questo rapporto etichetta il processo da attuare, insieme alla mitigazione e all’adattamento, a sostegno dello sviluppo sostenibile del clima e della stessa resilienza”, si legge nel Summary for policymakers dell’Ipcc.
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Incendi e adattamento
Nel recente studio Towards a systemic approach to fire risk management i ricercatori della fondazione Cmcc propongono un nuovo approccio sistemico basato su politiche e azioni indirizzate alla gestione adattativa forestale e territoriale, mirate alla riduzione del rischio e del danno da incendi boschivi e nel contempo all’adattamento degli ecosistemi forestali e naturali ai cambiamenti climatici.
Affinché l’adattamento sia pervasivo deve coinvolgere l’intera governance del territorio, non solo le strategie per mitigare i rischi e preservare la salute degli ecosistemi: “Deve diventare l’elemento trasversale di ogni politica e strategia, ed è necessario che le varie politiche, da quella urbanistica a quella climatica, passando per quelle rivolte alla prevenzione e gestione degli incendi, si integrino fra loro”, si legge nella nota stampa.
Nella proposta gli strumenti e le metodologie decisionali prevedono la gestione e la governance adattiva come approcci olistici, integrati e sostenibili ai complessi problemi ambientali. Si ritiene inoltre fondamentale promuovere la pianificazione della resilienza attraverso il processo sociale. In questa prospettiva sostenibile a lungo termine, la gestione degli incendi è un obiettivo che si può raggiungere attraverso una maggior cura del territorio e un maggiore coinvolgimento delle comunità, “che non rappresenta più solo un elemento da evacuare in condizioni di criticità, ma un attore in grado di contribuire a fare prevenzione nel territorio in cui vive, in un processo di governance capace di bilanciare benefici, costi e compromessi”, conclude la nota.
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