Approvato l’aggiornamento del Piano industriale 2021-2025 “Driving Energy” presentato in data odierna da Terna presso la sede della società a Roma, a cui è intervenuto l’amministratore delegato Stefano Donnarumma.
Terna vuole accelerare verso la transizione ecologica, la decarbonizzazione e l’indipendenza energetica e, per farlo, ammonteranno a 10 miliardi gli investimenti complessivi.
La sostenibilità degli investimenti
Terna farà degli interventi che, sulla base del criterio di eleggibilità introdotto dalla Tassonomia europea, sono considerati sostenibili al 99%, in quanto finalizzati allo sviluppo delle fonti rinnovabili, con dorsali di trasporto dell’energia dai punti di produzione. Sono inoltre stati sviluppati nuovi piani per risolvere le congestioni di rete e sviluppare le interconnessioni con l’estero e, a questo fine, saranno realizzati nuovi collegamenti con Francia, Grecia, Austria e Tunisia che si aggiungeranno alle 26 linee transfrontaliere già attive. In questo modo, l’Italia potrà diventare un hub elettrico europeo e mediterraneo ancora più forte.
Gli obiettivi di decarbonizzazione
Gli obiettivi di decarbonizzazione da realizzare entro il 2030 prevedono l’installazione di 60-70 GW tra eolico e fotovoltaico, per poter avere un consumo di elettricità da fonti rinnovabili che dovrà arrivare al 65%. Per semplificarne lo sviluppo, senza che il sistema perda efficienza, dovranno essere utilizzate tecnologie caratteristiche dei sistemi in media tensione (36kV) che possono essere integrati nella rete di trasmissione ad alta tensione.
Dunque, bisogna realizzare impianti rinnovabili, ma bisognerà semplificare ed accelerare i processi autorizzativi, sui quali l’amministratore delegato Stefano Donnarumma ha detto durante la conferenza stampa: “Sulle autorizzazioni per gli impianti il Governo sta accelerando, è chiara l’evidenza di come stanno lavorando le Commissioni parlamentari, che devono incoraggiare gli amministratori locali a fare lo stesso”.
Lo sviluppo dei sistemi di accumulo
Ma non si possono realizzare ulteriori impianti rinnovabili senza di pari passo sviluppare i sistemi di accumulo, che entro il 2030 dovranno arrivare ad una capacità pari a 10 GW.
Su questo, Donnarumma ha dichiarato: “Sul tema del meccanismo degli accumuli, indubbiamente una eventuale accelerazione è assolutamente auspicabile nella direzione della risoluzione del divario che in Italia ammonta a circa 10 GW da qui al 2030, questo avrebbe un impatto importante non solo come abilitazione del sistema, ma anche per quanto riguarda proprio l’effetto sul capacity market. Per quanto riguarda i costi del dispacciamento, grazie agli accumuli potranno essere ridotti, ma non solo, ci sono diversi investimenti che stiamo facendo, e anche con una spesa di capitale ridotta, che comunque produce effetti benefici sul sistema energetico italiano, andando a mitigare un eventuale costo di dispacciamento, se dovesse essere causato dai costi di capacity. Il nostro piano è nell’ottica di abilitazione di questo sistema e dunque nella direzione giusta”.
Ha poi continuato l’ad: “Sul tema aste capacity market, può essere prevedibile che ci siano altre aste, però va verificato in funzione delle esigenze di sistema e ci saranno diverse interlocuzioni al tavolo tecnico su questi aspetti con Ministero e Autorità, però non c’è nulla di imminente, ma certamente bisognerà meglio capire la situazione”.
Innovazione e digitalizzazione
Saranno destinati a digitalizzazione e innovazione 1,2 miliardi di euro di investimenti, soprattutto per il controllo da remoto delle stazioni elettriche e delle infrastrutture di trasmissione. Ciò significa continuare il processo di installazione dei sensori e dei sistemi di monitoraggio, nonché di diagnostica predittiva per migliorare la sicurezza e la resilienza della rete elettrica. I progetti finalizzati ad innovare, nel 2021 sono stati 70, la maggior parte dei quali dedicati alla manutenzione della rete elettrica.
I nuovi progetti saranno incentrati sui quattro cluster tecnologici presenti nel Piano Industriale, che sono:
- Digital, soluzioni intelligenti per la gestione dell’energia e della potenza;
- Energy Tech, soluzioni innovative che utilizzano tecnologie verdi;
- Advanced materials, attività di ricerca e sviluppo di materiali a ridotto impatto ambientale;
- Robotics per l’automazione dei processi.
Le attività regolate in Italia
Terna investirà nove miliardi e mezzo di euro per rendere più efficiente e resiliente la rete di trasmissione e per riuscire a far fronte ad un sistema elettrico che sarà sempre più complesso. Il valore degli asset regolati (Rab) raggiungerà i 22,7 miliardi di euro nel 2025, con un Cagr pari al 7%, grazie agli investimenti previsti. Alla fine del 2022, la Rab sarà pari a 17,9 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto alla fine del 2021.
Gli interventi previsti dal Piano industriale
Nell’aggiornamento del suo Piano industriale 2021-2025 Terna prevede:
- un incremento degli investimenti per lo sviluppo della rete pari complessivamente a 5,6 miliardi di euro. Tra gli interventi, quelli sulle linee ad alta tensione in corrente continua per risolvere le congestioni di rete, l’integrazione delle rinnovabili e la costruzione di cavi sottomarini. Il Tyrrhenian link è il progetto principale, è un eletrodotto che unirà Sardegna, Sicilia e Campania e che contribuirà allo sviluppo delle rinnovabili e all’uscita dalle centrali a carbone. Tra i progetti anche il Sa.Co.I.3, interconnessione tra Sardegna Corsica e Toscana e la linea Colunga-Calenzano tra Emilia-Romagna e Toscana;
- un investimento di 2,6 miliardi di euro per ammodernare e sostituire le infrastrutture esistenti, tra cui le linee aeree con i cavi interrati e la sostituzione completa dei cavi a olio fluido;
- per il Piano di Sicurezza, destinerà 1,3 miliardi di euro al potenziamento della tecnologia del sistema elettrico e della sua stabilità;
- di risolvere le congestioni zonali attraverso soluzioni tecnologiche, tra cui l’intelligenza artificiale, che permetteranno di aumentare la capacità di trasporto di 400 MW, ottimizzando i flussi da sud a nord.
Le attività internazionali
Donnarumma sulle attività internazionali ha dichiarato: “gli Stati Uniti costituiscono una possibile opportunità per la Società, ma siamo in fase di identificazione e pianificazione per degli importanti progetti di interconnessione da una costa all’altra e per degli impianti offshore. Ma qui, noi saremo portatori di know-how, solo successivamente vedremo le diverse transizioni, ora siamo nella fase uno dell’investimento”.
Per quanto riguarda la Tunisia continua: “Stiamo lavorando per cercare di ottenere le autorizzazioni e la realizzazione del progetto avverrà nei prossimi cinque anni. Su quest’area geografica per ora non ci sono altre rotte. Per quanto riguarda invece il Sud America, le attività stanno andando avanti, abbiamo identificato possibili partner con cui stiamo dialogando. Qui, il valore degli investimenti ammonta a 270 milioni di euro, i compratori sono grandi Fondi di investimento e nei prossimi mesi si concluderanno le operazioni con code di valorizzazione, dovute al fatto che alcuni impianti sono ancora in costruzione. Le interconnessioni con l’estero sono importanti per affrancarsi dal gas russo, bisogna lavorare per garantire il più possibile autonomia attraverso tutte le fonti rinnovabili. Il tema interconnessioni è importante per garantire maggior sicurezza possibile tra le reti, la rete europea è di fatto unica, dunque l’interconnessione è un tema fondamentale, ne abbiamo più di 20 con altri Paesi. Stiamo lavorando a raddoppiare il collegamento con Grecia, Montenegro, Tunisia e il Sa.Co.I 3, tutto questo se guardiamo da qui ad otto anni”.
Sul Tyrrhenian link, Donnarumma ha confermato la calendarizzazione al 2028, grazie all’iter autorizzativo concluso e al fatto che per tale data sarà conclusa tutta l’opera nel suo complesso, che comprende i due cavi, dall’Italia continentale alla Sardegna e viceversa.
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