Africa accesso all'energia
foto Pixabay

Il sottofinanziamento, l’inefficienza e l’insufficiente estensione delle reti elettriche sono i principali ostacoli all’accesso all’energia in Africa. Lo studio “Private sector participation in African grid development” di Res4Africa e PwV identifica gli investimenti privati come soluzione e un quadro normativo adeguato come pre-condizione.

Le reti elettriche africane

Le reti elettriche africane sono caratterizzate da difetti infrastrutturali, inefficienza e copertura limitata, impedendo l’accesso universale all’elettricità
e ostacolando lo sviluppo del continente.

L’analisi si concentra su dieci Paesi: Algeria, Etiopia, Ghana, Kenya, Marocco, Sudafrica, Tanzania, Uganda e Zambia.
Le reti di trasmissione e distribuzione nel continente richiedono grandi miglioramenti e probabilmente diventeranno il vero collo di bottiglia dello sviluppo sostenibile dell’Africa.
Gli sforzi di elettrificazione rischiano di essere superati dalla crescita della popolazione del continente e, dove l’accesso all’elettricità è disponibile, le perdite sono alte, fino al 29% e l’affidabilità dell’elettricità tende ad essere inferiore agli standard.

La mancanza di investimenti ragione principale dello status quo

La mancanza cronica di investimenti è la ragione principale di questo status quo: i servizi pubblici soffrono di deficit impressionanti, con una media dell’1,5% del Pil nei dieci Paesi campione. Per compensare questi problemi, molti servizi pubblici ricorrono ad un aumento delle tariffe, portando ad una riduzione della base di clienti e, infine, rimanendo intrappolati in un circolo vizioso.

Estendere la partecipazione privata come possibile soluzione

Secondo l’analisi, la soluzione per rompere questo circolo vizioso consiste nell’estendere la partecipazione privata, che attualmente è un’eccezione nel panorama complessivo energetico africano. L’aumento del ruolo del settore privato ridurrà anche gli squilibri strutturali e massimizzerà i rendimenti dei nuovi modelli di business.

Il ruolo della normativa

Le raccomandazioni emerse dallo studio puntano a grandi riforme normative che devono essere promosse da un’autorità indipendente per l’energia che garantisca l’equità e la trasparenza del mercato.
Ulteriori interventi sono regolamenti mirati, una adeguata remunerazione delle utility private, l’unbundling e la liberalizzazione e, infine, impegno e sostegno istituzionale.


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