Tutti uniti nel contrasto alle emissioni di metano derivanti dalla filiera del gas. Istituzioni, associazioni e imprese hanno sottoscritto il documento “Indirizzi per una strategia italiana sulle emissioni di metano della filiera del gas naturale”, spinto in primo luogo dall’associazione Amici della Terra, per mettere a terra obiettivi concreti qualitativi e quantitativi. L’intervista alla presidente Monica Tommasi.

Come si compone la strategia italiana per la riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale e quali i principali obiettivi?

Il documento di indirizzo che abbiamo presentato nel corso dell’evento del 28 settembre, in collaborazione con Edf (Enviromental defense fund), ha il particolare merito di essere stato sottoscritto e condiviso dagli operatori del settore, i quali hanno partecipato al Tavolo di lavoro portato avanti negli scorsi otto mesi. Si tratta del primo contributo che mette insieme le voci di istituzioni, associazioni e imprese coinvolte nella filiera del gas naturale.

Il documento pone degli obiettivi qualitativi e quantitativi da raggiungere attraverso l’istituzione di una governance specifica. Il contrasto alle emissioni di metano, il secondo gas climalterante dopo la CO2, è sempre più attuale nell’agenda politica europea ed internazionale, e l’Italia potrebbe assumere un ruolo guida in questo campo. Non dimentichiamo che il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha accolto con favore il Global Methan Pledge, il programma annunciato con un comunicato congiunto Usa-UE e che sarà lanciato alla COP26, di inizio novembre a Glasgow, di cui l’Italia è co-organizzatrice.

Quali soggetti dovranno guidare questa strategia? Saranno fondamentali le buone pratiche?

Crediamo che l’istituzione di una governance specifica per una strategia italiana potrebbe rappresentare una vera e propria opportunità per il Governo. L’Esecutivo, infatti, in particolar modo tramite il ministero della Transizione Ecologica, dovrebbe cogliere l’occasione di quest’iniziativa per istituire sedi di confronto permanente con attori diversi, con chiare attribuzioni di ruolo e responsabilità per ognuno degli attori essenziali, al fine di conseguire gli obiettivi fissati. Il documento, che i partecipanti al Tavolo di lavoro hanno sottoscritto, individua i ruoli per le principali istituzioni coinvolte, Ispra, Arera e il Cig oltre al ministero con le direzioni competenti. La partecipazione di imprese ed associazioni nella diffusione delle buone pratiche e del know-how tecnologico è un valore essenziale per un approccio di intervento in chiave filiera nel suo complesso.

A quanto ammontano oggi le emissioni di metano e quale obiettivo vi siete prefissati?

Il documento prevede sia obiettivi quantitativi che qualitativi in termini di standard di misurazione e informazione, di comunicazione all’esterno della filiera, di promozione delle migliori tecnologie disponibili.

Il principale obiettivo è sicuramente la riduzione al 2030 del 72% delle emissioni di metano della filiera in Italia rispetto al 1990, che nel 2019 hanno già fatto registrare una riduzione del 53%. Il documento prevede anche obiettivi quantitativi specifici per quanto riguarda i segmenti dell’upstream, del trasporto e della distribuzione. Conseguire questo obiettivo consentirebbe una riduzione di 1 milione e 700mila tonnellate di CO2 equivalenti.

Come già accennato, l’Italia può dare un contributo importante su questo fronte delle politiche per la decarbonizzazione, tenuto conto che il gas naturale sarà una risorsa fondamentale per gestire la transizione energetica, specialmente nel nostro Paese.


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