Il 13 dicembre, ha ufficialmente avuto inizio una nuova era nell’ambito della previsione degli eventi meteorologici estremi: Eumetsat, ESA, Leonardo e Telespazio hanno effettuato il lancio del primo satellite Meteosat di terza generazione, l’Imager 1. Il suo codice identificativo è MTG-I1 e fa parte di una serie di sei satelliti geostazionari che si preparano a fornire un aiuto concreto nella lotta contro la crisi climatica.
Oggi che i fan di tutto il mondo celebrano lo Star Wars Day, il 4 maggio, possiamo finalmente avere un assaggio di ciò che l’Imager 1 è in grado di fare, grazie alla pubblicazione della sua prima immagine ufficiale. Uno scatto che ritrae gran parte dell’Europa settentrionale e occidentale e della Scandinavia coperte dalle nuvole, con cieli parzialmente sereni sull’Italia e sui Balcani occidentali.
Le caratteristiche dei satelliti di terza generazione
“Rispetto ai precedenti, questo satellite ha una stabilizzazione su tre assi che regala un’osservazione della Terra senza interruzioni”, spiega il dottor Paolo Ruti, Chief Scientist Eumetsat. “È dotato di due sensibilissime telecamere, una delle quali ha diversi canali dedicati all’infrarosso per studiare l’evoluzione di fenomeni come le tempeste. A ogni canale corrisponde una funzione, in modo da rispondere alle varie esigenze dei servizi meteorologici europei. Uno di questi canali, per esempio, è volto al monitoraggio degli incendi boschivi”.
Strumenti che contribuiranno a salvare vite umane
L’immagine appena condivisa è stata catturata il 18 marzo 2023 alle 11:50 UTC e dà un’idea della straordinaria evoluzione della tecnologia Eumetsat: le strutture nuvolose a forma di vortice sulle Isole Canarie, il manto nevoso che ricopre le Alpi e i sedimenti presenti lungo le coste italiane non sono ben visibili, o non lo sono affatto, nelle immagini catturate dagli strumenti dei satelliti Meteosat di seconda generazione.
“Un dettaglio che non risponde a una questione puramente scientifica, ma è legato alla necessità dell’utente finale di avere un’informazione più precisa per lanciare degli allarmi per salvare vite umane o beni materiali. È uno strumento al servizio di tutti i cittadini”, prosegue il dottor Ruti. Non a caso, altra novità dell’MTG-I1 è il cosiddetto “cacciatore di fulmini” che permette di osservare i fotoni, ovvero le particelle che vengono emesse durante i temporali, e di avvertire tempestivamente la protezione civile in caso di allerta.
I passi successivi
Prima di capire cosa succederà nei prossimi mesi, ripercorriamo brevemente quanto avvenuto finora. Come ha fatto l’Imager 1 a raggiungere l’orbita geostazionaria, a 36mila chilometri dal nostro pianeta? “I razzi sono dei ‘taxi’ altamente tecnologici che portano il satellite a una determinata orbita, molto vicina alla Terra. È poi il satellite stesso a muoversi da un’orbita all’altra, fino ad arrivare alla sua destinazione finale”, chiarisce Ruti. Un viaggio che si è concluso il 28 dicembre.
Dopo una prima fase di test, è cominciata la ricezione delle immagini. La completa disponibilità operativa delle osservazioni in tempo reale si avrà verso la fine dell’anno, al termine di approfondite verifiche, calibrazioni e validazioni. L’Europa potrà così ricevere informazioni cruciali per lo studio del meteo e del clima ogni due minuti e mezzo.
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