- Nel 2020 ogni europeo ha utilizzato, in media, 87 borse di plastica in materiale leggero.
- L’obiettivo è scendere a quaranta entro il 2025.
Nel 2020, ogni abitante dell’Unione europea ha utilizzato, in media, 87 borse di plastica in materiale leggero (indicate con la sigla LPCB); sei in meno rispetto al 2019. In totale, nell’intera Unione, ne sono stati consumati 39 miliardi, 0,4 in meno rispetto all’anno precedente. Il dato è stato reso noto il 16 novembre dall’Eurostat. Sebbene queste borse siano leggere e resistenti, spesso vengono utilizzate solo una volta e impiegano secoli per degradarsi, tant’è che sono state identificate come uno dei dieci oggetti più disseminati sulle spiagge dell’UE.
Tra il 2018 e il 2020, il consumo di questo tipo di sacchetti è diminuito del 7,6 per cento negli Stati membri, anche se si è registrato un lieve aumento dell’utilizzo di buste di plastica in materiale ultraleggero (identificate con la sigla VLPCB): si è passati da 14 miliardi nel 2018 a 14,3 nel 2019, per arrivare a 14,7 nel 2020.
La direttiva europea sui sacchetti di plastica
Questa potrebbe essere la conseguenza della direttiva europea 2015/720 che ha posto l’obiettivo di limitare il consumo di sacchetti di plastica fino a un massimo di quaranta pro capite entro la fine del 2025 – direttiva che non riguarda le buste in materiale ultraleggero.
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I Paesi che hanno registrato il consumo più elevato di LPCB pro capite nel 2020 sono stati la Lituania (294 sacchetti a persona), la Repubblica Ceca (251) e la Lettonia (229). Al contrario, i Paesi che hanno riportato il consumo più basso sono stati il Belgio (10 sacchetti a persona), il Portogallo (17) e la Polonia (20).
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