Un milione di alberi per riuscire a catturare e stoccare un milione di tonnellate di carbonio in 40 anni, durata della vita della foresta. E’ il progetto dell’associazione non profit Greening Uganda Group (Gug), nata nel 2016, che interesserà un’area di circa 400 ettari nel distretto di Kigezi, a ovest dell’Uganda nella regione di Rubabo County. “Questa iniziativa dovrebbe produrre cinque milioni di euro di crediti di carbonio, grazie ai prezzi molto bassi dell’European carbon credit”, commenta in un documento l’ambientalista Joseph Atwongyeire che segue il progetto.
Nata per promuovere la protezione e l’educazione ambientale, Gug punta a creare consapevolezza nelle scuole sui pericoli legati al riscaldamento globale. Le implicazioni sociali ed ecologiche del progetto di riforestazione sono molteplici: aumentare la sensibilità e l’attenzione sulla protezione dell’ambiente, creare un “effetto domino” e stimolare le persone a piantare alberi seguendo criteri scientifici, ridurre gli effetti del riscaldamento globale, migliorare la filiera alimentare, contenere le inondazioni durante i periodi di pioggia più insistente, proteggere l’habitat di specie vegetali e animali, come gorilla e scimpanzé.
Come funziona il progetto
Il progetto si svilupperà secondo fasi ben scandite, come si legge nel documento redatto da Joseph Atwongyeire. I letti di semina, cioè la fetta di terreno da cui sorgerà l’albero, sono curati in un vivaio fino al momento in cui possono essere piantati. La piantumazione avviene durante la stagione piovosa che va da marzo a maggio. Sono coinvolte le comunità locali, in prevalenza le donne, le scuole, i volontari e le chiese, molte delle quali sottoutilizzano le proprie terre. Questa fase ha un costo di circa 15 scellini ugandesi o 0,3 centesimi di euro per albero. Con altri 50 scellini o circa 1,1 euro per pianta si affrontano i costi di trasporto, supervisione, etc.
A settembre è previsto l’inizio di della fase di misurazione. Le piantine saranno trapiantate durante le piogge di ottobre. I fondi necessari a ultimare il progetto ammontano a circa 46,200.00 milioni di scellini ugandesi o 11,000 euro circa. Già si pensa a come raccogliere queste e altre risorse per proseguire con altre iniziative.
Non tutti sanno che…
In una stagione un albero adulto produce più ossigeno di quello inalato da 10 persone in un anno.
Gli alberi possono immagazzinare inquinanti e ridurne la pericolosità. Inoltre, riducono gli effetti sul suolo dei liquami, dei rifiuti animali, degli agenti chimici.
Se collocati in maniera strategica possono contribuire a ridurre l’inquinamento acustico nelle città, ad esempio in prossimità di aeroporti e autostrade. Inoltre, abbassano la temperatura. Nei centri urbani privi di aree verde si formano le “isole di calore” in cui la temperatura può essere più elevata di 12°C.
La presenza di un’area verde incrementa il valore di un immobile del 15%.
Aiutano a contrastare i cosiddetti fenomeni “bombe d’acqua” o di “allagamento lampo”. Ad esempio, un abete del Colorado adulto può intercettare in un anno più di 1.000 galloni di acqua.
Per produrre i suoi frutti, un albero assorbe e stocca diossido di carbonio nel legno, nelle radici e nei rami. Una foresta può stoccare più CO2 di quanta ne produce.
Gli alberi aiutano a pulire l’aria intercettando particelle in sospensione, riducendo il calore e assorbendo inquinanti come il monossido di carbonio, il biossido di zolfo e il biossido di azoto.
Proteggono dal vento e dalle stagioni fredde, aiutano a contrastare l’erosione del suolo, conservare l’acqua di pioggia, ridurre le acque di runoff e sedimentare i depositi dopo le tempeste.
Come regola generale, un albero può rimuovere 25 kg di CO2 dall’aria ogni anno pari a circa 1 tonnellata di CO2 rimossa nell’arco di vita dell’arbusto, pari a circa quattro decadi.
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