L’Ecsa (European community shipowner’s associations) ha pubblicato lo scorso 2 novembre il suo policy paper sulla proposta EU Ets, che punta a istituire un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell’Unione europea.
Trasporto marittimo ed EU Ets
Gli armatori europei, consapevoli dell’impatto del loro comparto sulla crisi climatica e accogliendo favorevolmente il pacchetto “Fit for 55”, sostengono che si debba istituire un fondo dedicato nell’ambito dell’EU Ets, finalizzato a stabilizzare il prezzo del carbonio. Il reddito così craeto, aggiungono, dovrebbe essere impiegato per finanziare progetti di ricerca e sviluppo e ridurre la differenza di prezzo tra i carburanti convenzionali e quelli verdi.
“Anche se la nostra prima preferenza è sempre un regolamento internazionale per il trasporto marittimo a livello dell’Imo (Organizzazione marittima internazionale), il settore dovrebbe contribuire con la sua giusta quota ad affrontare la crisi climatica anche a livello europeo”, afferma in una nota stampa Claes Berglund, presidente di Ecsa.
L’associazione concorda con il principio “chi inquina paga” e con il fatto che i costi dell’EU Ets ricadano su chi prende decisioni che impattano sulle emissioni di CO2 di una nave. In questo senso, gli armatori europei propongono l’introduzione di un requisito che sia giuridicamente vincolante all’interno degli articoli contenuti nella proposta, ovvero: i costi devono essere trasferiti, attraverso un contratto frutto di un accordo, dal sistema delle compagnie di navigazione agli operatori commerciali.
“L’applicazione del principio ‘chi inquina paga’ alla navigazione è fondamentale per adottare ulteriori misure di efficienza e per l’adozione di combustibili puliti nel settore”, rimarca in nota il segretario generale ad interim dell’Ecsa Sotiris Raptis. “L’Ecsa sostiene che l’operatore commerciale debba sostenere i costi dell’EU Ets. La legge dovrebbe obbligare l’entità responsabile delle decisioni che interessano le emissioni di CO2 di una nave a sostenere i costi derivanti dall’attuazione dell’EU Ets nel contesto di un accordo contrattuale”.
Armatori europei concordi sull’adozione di carburanti puliti
“È importante che le entrate generate sostengano l’adozione di carburanti puliti”, aggiunge il presidente. Pochi giorni fa l’associazione ha messo nero su bianco il proprio parere positivo all’utilizzo di combustibili verdi e puliti nel trasporto marittimo. L’ha fatto con un position paper in cui ha sostenuto che sarebbe preferibile responsabilizzare i fornitori di carburante europei sul rispetto degli standard di carbonio. In modo da evitare documentazioni derivanti da soggetti non comunitari, che potrebbero contenere lacune, e da allinearsi con le altre proposte del pacchetto Fit for 55.
Un nuovo sistema obbligatorio di monitoraggio e verifica Mrv viene considerato inutile e oneroso dall’associazione che, inoltre, ritiene di non dover penalizzare le navi quando l’alimentazione elettrica onshore non è disponibile nei porti.
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