Oggi 24 settembre, Fridays for Future, movimento ambientalista internazionale di protesta composto di alunni e studenti, che per l’occasione non frequentano le lezioni scolastiche, scende in 70 piazze italiane per lo Sciopero globale per il clima.
Vogliamo cambiare un sistema economico che sta distruggendo il pianeta!
Basta con il #greenwashing di banche, aziende e istituzioni! Oggi non venire in banca, scendi in piazza a manifestare con noi! @fffitalia #ClimateStrike #UprootTheSystem https://t.co/bzdt86BkLy pic.twitter.com/KBqg4LPNyo— Banca Etica (@bancaetica) September 24, 2021
Lo sciopero globale per il clima
La richiesta ai leader mondiali è di adottare azioni che prevengano il riscaldamento globale e il cambiamento climatico e che si rispettino gli accordi di Parigi per restare al di sotto della soglia di 1.5 gradi. Il movimento giovanile è particolarmente coinvolto e partecipe, avendo compreso che esiste una stretta connessione tra crisi climatica e gruppi sociali più vulnerabili.
L’analisi di Coldiretti
Coldiretti, in occasione dello sciopero, ha diffuso una sua analisi basata su dati Isac Cnr e Eswd. Dopo un’estate con +1,55 gradi e 1.300 nubifragi, è palese che il cambiamento climatico si stia caratterizzando per una tropicalizzazione. Questa si manifesta con eventi violenti, precipitazioni brevi e intense, nonché significativi sbalzi termici.
A preoccupare, secondo Coldiretti, è anche l’innalzamento dei livelli del mare. Secondo lo studio dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), il fenomeno farà crescere il livello del Mediterraneo di 20 centimetri entro il 2050, con punte di 82 centimetri nella zona della laguna di Venezia. Gli effetti per la città saranno devastanti. Ma gli effetti sulle coltivazioni lo sono già: l’acqua salata penetra nell’entroterra e brucia le coltivazioni nei campi e costringe all’abbandono l’attività agricola alla foce del Po, per la risalita del cuneo salino, cioè l’infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi. Questo rende così inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni agricoli. Le perdite per l’agricoltura provocate dai cambiamenti climatici sono pari a 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni, a causa dei danni provocati alle coltivazioni e alle strutture.
IN PIAZZA PER IL CLIMATE STRIKE
Ragazzi e ragazze in piazza per lo sciopero globale per il clima di oggi. Il corteo di @FFF_Milano si è appena mosso da Cairoli@radiondadurto @DinamoPress @fffitalia @Muhlbauer_ #FridaysForFuture #FridaysForFutureMilano #ClimateStrike pic.twitter.com/I3kb1bVLmk
— MilanoinMovimento (@MILinMOV) September 24, 2021
L’agricoltura è anche il settore più impegnato a contrastare questi fenomeni. Coldiretti ha infatti proposto la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo ed è stato inserito nel Pnrr. Come afferma il presidente della Coldiretti in nota stampa, Ettore Prandini: ”Con i bacini potremmo arrivare a trattenere l’acqua portando la risorsa idrica dove non c’è, con la possibilità di aumentare le rese e combattere il dissesto idrogeologico. L’idea è di costruire senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.
Patagonia chiude uffici e negozi
Il marchio di abbigliamento Patagonia si unisce all’appello per fare pressione sui leader mondiali in occasione dello sciopero globale per il clima. Lo fa chiudendo in tutta Europa ogni negozio e ufficio nelle località in cui verranno organizzate le manifestazioni, in segno di solidarietà, in modo da permettere ai colleghi di aderire allo sciopero. In Italia, la chiusura riguarderà lo store di Milano. Dal 1985, l’azienda destina ogni anno l’1% delle vendite per la conservazione e il ripristino dell’ambiente naturale. Inoltre, ha donato fino ad oggi oltre 145 milioni di dollari a gruppi ambientalisti locali. Nel 2019, il brand ha lanciato Patagonia Action Works, una piattaforma online che collega le persone con le organizzazioni no profit, al fine di favorire le azioni concrete sui problemi più urgenti che il mondo deve affrontare oggi.
“È il momento di agire veramente. Scendiamo in piazza per farci sentire, per dire che noi ci siamo e lottiamo per un futuro diverso è un pianeta migliore.”
Manuela Mariani #Youth4Planet#ClimateStrike #changeclimatechange #actbeforeyoupost pic.twitter.com/i0pRqmTxcg
— Legambiente Onlus (@Legambiente) September 24, 2021
L’evento organizzato da Wwf YOUng
La scorsa settimana, a Milano, i giovani di Wwf YOUng hanno realizzato l’evento “Together is Possible” dove, insieme ai rappresentanti italiani che dal 28 settembre parteciperanno alla Youth4Climate, hanno formulato le proprie soluzioni per affrontare la crisi climatica, che condivideranno alla Youth COP. Tra le richieste, non sprecare le enormi risorse del Pnrr, farlo, sarebbe un lusso che le nuove generazioni non possono permettersi. Da qui, nasce la volontà di poter incidere nei processi decisionali.
L’azione passa dall’informazione
Ma l’azione passa anche per l’informazione ecco perché gli “YOUng” chiedono di creare un sistema di monitoraggio e rendicontazione ai cittadini, target a lungo termine di riduzione di gas climalteranti e step intermedi necessari a portare a termine gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione. Tra le proposte, anche la messa in atto di strategie “amiche della natura”, tra cui: il rinverdimento delle città e il miglioramento dell’efficacia degli incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici.
Il primo climate wall
Per permettere a chi non può essere presente fisicamente di far sentire la propria voce ai leader mondiali, il Wwf ha realizzato il primo climate wall. Il 28 settembre, alla stazione centrale di Milano, immagini sul clima saranno proiettate sui maxi schermi, dove sarà possibile vedere tutti i selfie delle persone che ci “metteranno la faccia”. Un’app già attiva permetterà di partecipare al dibattito sul clima, inviando un semplice selfie, per richiedere insieme al Wwf, che vengano prese delle decisioni improrogabili per la lotta al cambiamento climatico.
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