Ridurre le emissioni di metano per salvaguardare il ghiaccio estivo nell’Artico

Report WWF Inquinamento Acustisco Marino  Capodoglio Un nuovo studio pubblicato da Enviromental research  letters a cura di Tianyi SunIlissa B. Ockoe  Steven P Hamburg spiega come un’azione tesa a ridurre le emissioni di metano potrebbe contribuire a preservare il ghiaccio marino estivo dell’Artico nel corso di questo secolo.

Lavori precedenti hanno rilevato che il ghiaccio marino estivo dell’Artico rischia di scomparire verso la metà di questo secolo senza un’adeguata azione sul clima. I nuovi risultati spingono a ridurre le concentrazioni di un potente inquinante climatico come il metano.

Riducendo drasticamente anche l’anidride carbonica (CO2), si potrebbe preservare il ghiaccio marino estivo dell’Artico fino a oltre il 2100.

La ricerca di Enviromental research

Questo studio è pioneristico nell’approfondire la relazione tra mitigazione delle emissioni di metano, impatto su settori fondamentali per il sistema climatico e, infine, sull’aumento della temperatura.

Raggiungendo l’obiettivo di zero emissioni nette di CO2 al 2050 e implementando rapide riduzioni di metano tramite le soluzioni attualmente disponibili otterremmo un traguardo prezioso. Quello di salvaguardare il ghiaccio marino estivo nel corso di questo secolo. Che passerebbero da quasi zero (senza adeguate azioni) a oltre l’80%.

Perché il ghiaccio artico è importante

La salvaguardia del ghiaccio marino dell’Artico è un fattore chiave per evitare alcuni degli effetti più devastanti del riscaldamento climatico. Questi, secondo un recente rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc l’acronimo in inglese), si stanno verificando molto più velocemente rispetto alla nostra capacità di adattamento.

Il ghiaccio marino estivo dell’Artico è importante perché costituisce una parte vitale delle comunità e degli ecosistemi artici. Inoltre, la sua assenza può ulteriormente accelerare la velocità di riscaldamento globale.

Gli effetti della scarsità di ghiaccio

La perdita del ghiaccio marino, con le sue proprietà rifrangenti, esporrebbe una superficie d’acqua più scura, che assorbirebbe più luce solare creando così un ulteriore aumento della temperatura.

Il riscaldamento della regione artica contribuisce anche allo scioglimento del permafrost. Aggiungendo altro metano e CO2 in atmosfera. Incrementando così il rischio di riscaldamento futuro.

Perché il metano è importante per il ghiaccio marino

Il rapido deterioramento del ghiaccio marino estivo dell’Artico è causato dall’aumento della temperatura nelle regioni artiche, che è tre volte più veloce rispetto al resto del pianeta.

Secondo l’Ipcc, è probabile che le emissioni di CO2 e CH4 di origine antropogenica siano tra le principali cause della riduzione del ghiaccio marino artico.

Le caratteristiche del metano

Il metano è il secondo gas serra dopo la CO2. È responsabile di oltre il 25% dell’attuale riscaldamento globale. Nell’arco di due decenni, il metano rilasciato in atmosfera cattura oltre 80 volte più calore rispetto a una uguale quantità di CO2.

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È questo il motivo per cui è così importante ridurre adesso le concentrazioni di metano in atmosfera per evitare il rischio di perdere i ghiacci delle regioni artiche.

Uno studio precedente ha rilevato che la riduzione rapida delle emissioni potrebbe rallentare la velocità del riscaldamento di circa il 30%.

Il ghiaccio marino estivo dell’Artico influenza il clima, gli ecosistemi e la politica

I rilevamenti tesi a studiare la diminuzione dei ghiacci artici sono iniziati nel 1979. Da allora è scomparso circa il 40% del ghiaccio marino estivo dell’Artico.

Ogni decennio si perde circa il 13% dei ghiacci marini. Stime recenti suggeriscono che potremmo sperimentare la nostra prima estate senza ghiaccio già nel 2030.

Un oceano Artico stagionalmente libero dai ghiacci può avere forti impatti sul clima globale. Stando a una recente ricerca, se l’Artico fosse libero dai ghiacci marini durante la stagione di luce, potrebbe generare un calore pari a 25 anni di emissioni di CO2 causate dall’uomo ai livelli attuali.

Preservare i ghiacci marini equivale a mantenere l’habitat per trichechi, orsi polari e altri animali selvatici delle regioni artiche. Serve anche come fonte vitale per la caccia e la pesca tra le comunità indigene dell’Artico. Infine, può contribuire a scoraggiare eventuali complicazioni geopolitiche derivanti dall’accesso alle rotte marine delle regioni artiche.

Risposta globale e soluzioni per il metano

All’ultima conferenza delle Nazioni unite sul clima, i rappresentanti di oltre 100 paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni globali di metano del 30% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030. Un gesto significativo per rispondere alla crisi climatica.

Le principali fonti antropogeniche di metano in atmosfera provengono dagli allevamenti di bestiame, dalle emissioni di infrastrutture legate a produzione, lavorazione e trasporto di petrolio e gas e dalla materia organica che si decompone nelle discariche.

Ma l’efficacia maggiore si ottiene implementando riduzioni di metano sugli impianti del settore O&G a livello globale. L’Agenzia internazionale dell’energia stima che l’industria del petrolio e del gas potrebbe ridurre del 75% le sue emissioni di metano. Questo grazie alle tecnologie esistenti

Oltre il 40% potrebbe essere attuato senza costi netti. Sarebbe ottenuto, infatti, evitando le perdite di gas, preservando il prodotto industriale.

I progressi tecnologici riguardo gli sviluppi presenti e futuri del telerilevamento satellitare, renderanno anche più facile individuare e riparare le grandi perdite di metano dell’industria O&G.

Ad ogni modo, questo studio chiarisce che gli strumenti e le tecnologie di mitigazione sono disponibili. Se impiegati subito, possono fare progressi significativi per preservare il ghiaccio marino estivo delle regioni artiche. Rallentando così il tasso di riscaldamento globale.

Ridurre le attuali emissioni di metano rappresenta un’enorme opportunità per contribuire a frenare il riscaldamento globale“, afferma Tianyi Sun, autore principale dello studio. “Diminuire rapidamente le concentrazioni di CH4, insieme a quelle della CO2, è la migliore possibilità che abbiamo per preservare il ghiaccio marino estivo dell’Artico durante questa generazione e per quelle future. È necessario fare entrambe le cose“.

 


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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.