ets emissioni caloI settori dell’energia che hanno ricevuto quote gratuite del sistema di scambio di quote di emissioni (Ets) dell’Unione europea non hanno promosso l’uso di combustibili meno inquinanti, come richiesto, ma hanno promosso interventi di miglioramento delle centrali elettriche a lignite e a carbon fossile. Questo è avvenuto negli otto Stati membri con un Pil pro capite inferiore al 60% della media UE, tra cui Bulgaria, Cechia, Polonia e Romania.

A sostenerlo la Corte dei conti europea che ha condotto l’audit “Il sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE: l’assegnazione gratuita di quote doveva essere più mirata” per verificare se l’assegnazione gratuita di quote sia stata usata con successo per modernizzare la produzione di energia elettrica e per incentivare la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Come funziona il sistema Ets e la distribuzione di quote gratuite

Con il sistema Ets, spiega la Corte dei conti in nota, viene stabilito un prezzo per le emissioni di carbonio e i diritti di emissione sono messi all’asta. Gli introiti derivanti da queste aste sono utilizzati anche per azioni legate al clima.

Le quote gratuite hanno il fine di scoraggiare le imprese europee dal trasferire l’attività in paesi non-Ue con standard ambientali meno rigidi. Tale trasferimento, noto come “rilocalizzazione delle emissioni”, comporterebbe infatti una riduzione degli investimenti nell’Unione europea e un aumento delle emissioni a livello mondiale. Oggi il fenomeno riguarda oltre il 90% delle emissioni industriali dell’UE.

Queste vengono assegnate in base a benchmark costituiti dalla performance degli operatori più efficienti di ciascun settore. Verranno progressivamente eliminate entro il 2030, a meno che il settore non sia considerato a rischio di rilocalizzazione delle emissioni. In quest’ultimo caso, le quote assegnate non verranno ridotte.

Il settore dell’aviazione riceve quote gratuite nonostante sia in grado di trasferire i costi del carbonio sui consumatori. La Corte, rimarca in nota, segnala che ciò potrebbe favorire i viaggi aerei ad alta intensità di carbonio, a scapito del trasporto ferroviario.

L’analisi della Corte dei conti europea sulle quote gratuite Ets

Ne emerge che le quote gratuite siano distribuite in modo poco mirato: nel sistema Ets oltre il 40% delle quote disponibili per i settori dell’industria, dell’aviazione e, in alcuni Stati membri, dell’energia elettrica, non è stato opportunamente distribuito. E anzi rischia di consentire alle imprese di trasferire i costi del carbonio sui consumatori.

“Settori che rappresentano oltre il 90 % delle emissioni industriali sono anch’essi considerati a rischio di rilocalizzazione delle emissioni e beneficiano di percentuali di quote gratuite costantemente elevate – spiega in una nota stampa Samo Jereb, membro della Corte e responsabile della relazione Se le quote gratuite non sono assegnate in modo più mirato, l’UE non sfrutterà appieno i benefici che l’Ets potrebbe avere sulla decarbonizzazione e sulle finanze pubbliche”.

Anche se questo approccio incentiva a migliorare l’efficienza energetica, la Corte ritiene che dovrebbe essere meglio mirato e raccomanda alla Commissione UE di assegnare le quote gratuite in modo mirato in base all’esposizione ai diversi livelli di rischio.

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