Proteggere l’habitat di alta montagna dalla plastica: l’inquinamento da monouso colpisce anche i territori delle vette alpine. Questo l’obiettivo del progetto Stop the ALPs becoming plastic mountains, sviluppato nel corso del 2021 e realizzato dall’European Research Institute (Eri) di Torino con l’apporto scientifico del dipartimento di Scienze applicate e tecnologia del politecnico di Torino.
La plastica inquina in alta quota
23 escursioni, di cui 15 con pulizia di 197 km di sentieri per un totale di 98 kg di rifiuti di plastica raccolti (circa mezzo chilo a km), 20 campionamenti di neve prelevati in 5 aree della Alpi occidentali dal versante piemontese del Gran Paradiso alle Alpi Marittime, 238 volontari coinvolti. Lavorando con quattro rifugi alpini – Guido Muzio (valle Orco-Gran Paradiso), Les Montagnards (val d’Ala-valli di Lanzo), Selleries (val Chisone-Parco Orsiera Rocciavré) e Pagarì (valle Gesso-Parco Alpi Marittime) – è stata sviluppata una strategia ad hoc per eliminare i rifiuti monouso. Un percorso che potrà essere condiviso e implementato con altri rifugi attraverso la condivisione dell’esperienza maturata.
Alla luce delle dimensioni geografiche del territorio esplorato e della varietà di interventi messi in campo, il progetto è unico nel suo genere sulle Alpi. Si è sviluppato su diversi livelli: sensibilizzazione all’inquinamento da plastica, educazione, formazione, prevenzione, ricerca. Oltre ai quattro rifugi pilota, sono state coinvolte anche 8 scuole, 33 classi per totali 660 studenti (dalle elementari alle scuole superiori) e organizzati 19 eventi di formazione per professionisti della montagna seguiti da ben 380 partecipanti.
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La formazione gioca un ruolo importante
Il progetto Stop the ALPs becoming plastic mountains è finanziato da European Outdoor Conservation Association (Eoca) che ha premiato la proposta dell’European Research Institute tra 180 concorsi di idee. Nel corso del programma d’intervento si sono svolte attività di formazione-sensibilizzazione che hanno coinvolto guide alpine ed escursionistiche, volontari/appassionati di escursionismo e ambientale, settore turistico e istituzioni.
“Contrariamente a quanto si possa pensare, azioni indiscriminate e incoscienti contribuiscono a colpire anche i territori più selvaggi e puri delle vette alpine, quindi anche quella straordinaria biodiversità e quegli ambienti che sono alla base del benessere e dell’economia delle aree più avanzate dell’intera Europa. Un patrimonio messo a rischio non solo dal cambiamento climatico, ma anche dall’invasivo inquinamento da plastica”, si legge a commento nella nota stampa.
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