La rete dei “Cittadini per l’aria” ha accolto positivamente la decisione dei parlamentari europei di prevedere un significativo abbassamento dei limiti per gli inquinanti atmosferici entro il 2035, in linea con le ultime disposizioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Resta, tuttavia, un rimpianto: “L’Italia conta un quinto della mortalità prematura in Europa derivante dall’inquinamento atmosferico ed è, quindi, un vero peccato che i parlamentari europei non abbiano seguito l’opzione definita dalla Commissione ENVI che fissava il termine per il rispetto dei limiti OMS al 2030”, spiega Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria. “La delibera del 13 settembre rappresenta, comunque, un passo avanti importante”.
Oggi il Parlamento ha votato per ottenere #aria davvero pulita in #Europa entro ➡️ 2035. Un voto che da speranza ai cittadini di ottenere presto una nuova #Direttiva che li tuteli meglio e di ➕ dall’#inquinamento #atmosferico.
💪🏾👏 agli MEPs 🇮🇹 schierati x il diritto alla salute pic.twitter.com/uJaQx3xjZD— Cittadiniperlaria (@Citizensforair) September 13, 2023
L’inquinamento atmosferico è la prima causa ambientale di morte prematura nell’UE
La nuova legge, che dovrà ora superare gli ultimi step prima dell’approvazione definitiva, riguarda sei sostanze inquinanti: due tipi di particolato (PM₁₀ e PM₂,₅), l’ozono (O₃), il diossido di azoto (NO₂), l’anidride solforosa (SO₂) e il monossido di carbonio (CO). In particolare, l’OMS ha dimezzato il livello massimo di PM₂,₅ consentito in atmosfera (da 10 a 5 microgrammi per metro cubo) e ha ridotto del 75 per cento quello del diossido di azoto (da 40 a 10 μg/m3).
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Gli Stati membri dell’UE dovranno predisporre dei piani di miglioramento della qualità dell’aria e delle misure emergenziali da adottare nel caso di superamento dei limiti (come il blocco del traffico). Dovranno, inoltre, aumentare la presenza di stazioni di monitoraggio. L’obiettivo non è altro che salvare vite umane: l’inquinamento atmosferico continua a essere la principale causa ambientale di morte prematura nell’UE, con circa 300mila morti premature l’anno.
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