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“Verniciare il nucleare di verde è pura propaganda ed è contro gli impegni di Parigi per il clima”. Recita così l’appello di FacciamoECO e dell’Osservatorio per la transizione ecologica-Pnrr promosso dal Coordinamento per la democrazia costituzionale, LaudatoSì e NOstra! che il 10 novembre, in una conferenza stampa alla Camera, hanno presentato la petizione Il nucleare non sia incluso nelle rinnovabili! lanciata sulla piattaforma di attivismo civico Change.org.

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Un momento della diretta

L’impegno chiesto al Governo italiano è quello di bloccare in sede europea il tentativo di equiparare il nucleare alle energie rinnovabili“Se necessario ricorrendo al veto”, si legge nel testo della petizione.

“Il nucleare è incompatibile con la transizione ecologica”

L’allarme riguarda il tentativo da parte di “dieci paesi europei, capofila la Francia, che propongono un trucco linguistico per parificare il nucleare alle energie rinnovabili, per evitare di prendere impegni per ridurre effettivamente al loro interno l’uso dei combustibili fossili per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi”, sottolineano le realtà promotrici della mobilitazione online.

L’obiettivo della petizione è quello di impedire che parte dei finanziamenti europei per le energie rinnovabili finisca per sostenere scelte strategiche che guardano al di fuori degli obiettivi del Next Generation EU: “Se l’Unione Europea dovesse accettare la pretesa della Francia e degli altri paesi l’unico risultato sarebbe consentire l’uso dei fondi del Next Generation EU per finanziare l’industria di stato francese (Areva); per prolungare oltre i 40 anni la vita dei vecchi reattori russi (Vver) siti in R. Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria; per finanziare l’installazione in Polonia di centrali Epr francese e Abwr americana; per le enormi spese necessarie per lo smantellamento del sovra dimensionato nucleare civile francese che, altrimenti, ricadrebbero sui contribuenti nazionali”.

“No alla transizione fossile”: l’appello al Governo italiano

Ci sono ragioni pratiche che vengono messe in luce per ribadire l’incompatibilità del nucleare con la decarbonizzazione: nella petizione si ribadisce che l’energia atomica ha costi e tempi incompatibili con la transizione ecologica. Secondo le associazioni, non può contribuire a raggiungere entro il 2030 il risultato di ridurre almeno del 55% le emissioni climalteranti, CO2 in testa. Anche il gas non può essere considerato una fonte di energia green.

L’appello alle istituzioni e, in particolare, al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, è di impegnarsi in uno sforzo maggiore per la transizione ecologica al 2030: “Anziché perdere tempo, concentriamoci sulle soluzioni che già oggi abbiamo. Rinnovabili, sistemi di accumulo, smart grid, efficienza, innovazione. Facciamo semplificazioni vere per le fonti energetiche pulite perché se per installare un impianto in Italia servono 5 anni in media solo per avere le autorizzazioni, i 70 GW di rinnovabili che servono per ridurre del 55% le nostre emissioni non riusciremo a farli entro il 2030. E forse neanche per il 2050”, ha commentato la deputata Rossella Muroni per FacciamoECO.


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