Un investimento tra gli 800 e i 950 milioni di euro nella costruzione e gestione di infrastrutture necessarie allo sviluppo della mobilità pesante a idrogeno potrebbe evitare all’ambiente circa 2 milioni di tonnellate di CO2 e generare oltre 3,5 miliardi di euro di valore cumulato della produzione. Cifre contenute nello studio “Il futuro della mobilità pesante a idrogeno”, realizzato da Accenture con il contributo di Free To X, Iveco e Saipem.
Mobilità a idrogeno: il piano di Accenture
Lo studio, presentato durante il workshop dell’Osservatorio Utilities di Agici, evidenzia la centralità dell’idrogeno nel raggiungimento dell’obiettivo europeo di neutralità climatica al 2050 e nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Rifacendosi alle forze messe in campo dal Next generation EU, il piano di sviluppo di Accenture prevede la realizzazione di circa 40 stazioni di rifornimento su strada ogni 200 km circa per camion e bus del trasporto urbano. “La mobilità pesante a idrogeno può generare un valore di produzione complessivo di oltre 3,5 miliardi di euro e portare a milioni di tonnellate di CO2 evitate”, rimarca in una nota stampa Sandro Bacan, innovation lead di Accenture Italia. Il piano di investimento ipotizzato prevede schemi innovativi di partnership con la comunità, i portatori di interesse, le istituzioni e le autorità.
“La Strategia europea per l’idrogeno ha innescato una vera e propria corsa in tutto il continente verso la leadership in questa tecnologia”, ha rimarcato in nota Marco Carta, amministratore delegato di Agici. Perché lo sviluppo del vettore generi benefici ambientali ed economici, ha aggiunto, “l’Italia deve dotarsi di un quadro normativo e regolatorio che sostenga le eccellenze manifatturiere nazionali, favorisca la realizzazione di nuova capacità Fer (fonti energetiche rinnovabili) e definisca chiaramente il fabbisogno di infrastrutture per la produzione, stoccaggio e trasporto dell’idrogeno”, ha concluso.
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