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A livello nazionale sono poco più di 23 mila gli autobus pubblici di categoria Euro 5 o Euro 6 in circolazione. Il dato viene messo in luce dall’osservatorio sulla mobilità sostenibile dell’Associazione italiana ricostruttori pneumatici – Airp su dati Aci. Il quadro che emerge dallo studio è un panorama regionale con forti disparità territoriali.

La fotografia del parco circolante nelle regioni italiane

La regione con il parco circolante più moderno in Italia è il Friuli-Venezia Giulia, con il 77% di veicoli di categoria Euro 5 o Euro 6. Seguono il Trentino-Alto Adige (73,1% del parco circolante) e la Lombardia (63,4%). Gli autobus pubblici con classi ambientali più inquinanti, si trovano al centro e nel sud Italia. La maglia nera va alla Sardegna, che ha l’83,3% del parco autobus che non supera la categoria Euro 4, seguita da Molise (79,8%) e Basilicata (77,8%).

Focus sul Lazio: meno della metà degli autobus è Euro 5 e Euro 6

Spostando l’attenzione alla regione Lazio, emerge che soltanto il 48,2% degli autobus pubblici circolanti appartiene alle categorie emissive Euro 5 ed Euro 6. Più del 51% degli oltre 7.200 autobus pubblici, oggi in circolazione sul territorio regionale, appartiene quindi alle categorie emissive Euro 0, 1, 2, 3 e 4.

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Fonte: elaborazione dell’Osservatorio sulla mobilità sostenibile di Airp su dati Aci.

Il parco circolante di autobus pubblici più moderno nel Lazio è quello in provincia di Roma, dove il 50,3% dei mezzi è un Euro 5 o un Euro 6. Al contrario, quello più inquinante si trova in provincia di Rieti, che ha ben il 91,4% di autobus pubblici delle categorie da Euro 0 a Euro 4.

Un piano per la sostituzione degli autobus inquinanti

Dai dati rilevati dall’osservatorio sulla mobilità sostenibile di Airp, emerge che “il parco circolante italiano di autobus pubblici continua ad avere un grande bisogno di ricambio” si legge a commento dello studio.

Una risposta può arrivare dal Pnrr che ha assegnato alle regioni 600 milioni per l’acquisto di autobus ecologici, a basso impatto ambientale, extraurbani e suburbani. Le risorse, come ha chiarito il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili in una nota, dovranno essere spese negli anni dal 2022 al 2026. Viene contemplato l’acquisto di veicoli per il trasporto pubblico a alimentazione a metano, elettrica o a idrogeno, e per le relative infrastrutture di alimentazione. È prevista la possibilità di destinare fino al 15% delle risorse per interventi di riconversione a gas naturale dei mezzi a gasolio Euro 4 e Euro 5. Il 50% dei fondi è destinato alle regioni del sud Italia.


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