nord stream
Nell’immagine, la fuga di gas da Nord Stream vista dall’intercettore danese F-16. Foto: Forsvaret (Difesa danese).

La pozza d’acqua gorgogliante larga 700 metri nel mar Baltico, causata dalla rottura dei gasdotti Nord Stream, lascia presagire un nuovo disastro ambientale e climatico.

È la più visibile delle tre principali perdite di gas provenienti dai gasdotti che collegano la Russia all’Europa. L’effetto più diretto sul clima di queste fughe è la quantità extra di gas serra che vengono emesse. Sebbene Nord Stream 1 e 2 non sono attualmente in funzione, i gasdotti contenevano ancora gas e le autorità danesi hanno affermato che probabilmente continueranno a svuotarsi, con perdite che dovrebbero continuare per almeno una settimana.

Secondo i calcoli preliminari di Greenpeace, il potenziale impatto climatico della fuoriuscita di metano potrebbe essere di 30 milioni di tonnellate di CO2 in un periodo di 20 anni, pari alle emissioni annuali di 20 milioni di automobili nell’UE.

Nord Stream: escalation Russia-Europa

L’apparente sabotaggio non ha avuto effetti immediati sulle forniture energetiche europee: Nord Stream 2 non è mai entrato in servizio e Nord Stream 1 è stato chiuso ad agosto. Tuttavia si tratta di una escalation che alza la posta in gioco (e le tensioni geopolitiche) in un confronto più che mai ribollente tra Russia ed Europa dall’invasione dell’Ucraina. La rottura dei gasdotti aggrava infatti le tensioni e l’incertezza sulla sicurezza energetica europea, a causa dell’impennata dei prezzi e dei timori di rimanere a corto di materia prima durante l’inverno.

Nord Stream, Greenpeace

La Germania ha affermato che le perdite sono all’incirca equivalenti all’1% delle emissioni annuali totali del Paese. L’Agenzia danese per l’energia stima che si tratta di circa il 32% degli scarichi annuali di gas serra della Danimarca.

La stima dell’esatta quantità di metano nell’atmosfera è un compito estremamente impegnativo. Ci sono una serie di incertezze chiave: quanto gas era effettivamente nei gasdotti, a quale temperatura e pressione veniva mantenuto e quale sia la reale dimensione della rottura nei tubi. Nonostante ciò, alcuni ricercatori si sono affrettati a fare alcuni calcoli a posteriori su quanto metano potrebbe essere sfuggito. Secondo le notizie rilanciate da Bloomberg, il direttore della strategia energetica presso l’Environmental defense fund, Andrew Baxter, ha stimato che sono fuoriuscite circa 115.000 tonnellate di metano.

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Quanto è grande la perdita e quali impatti

Ciascuna linea del gasdotto è composta da circa 100.000 tubi in acciaio rivestiti in calcestruzzo da 24 tonnellate posati sul fondo del mare e le condotte hanno un diametro interno costante di 1.153 metri, secondo quanto riportato da Aljazeera. Le sezioni si trovano a una profondità di circa 80-110 metri. Con le sole stime approssimative disponibili su quanto gas naturale potrebbe gorgogliare nel mar Baltico, gli studiosi hanno comunque espresso preoccupazione per gli impatti ambientali e climatici.

Nord Stream, Al Jazeraa

L’agenzia di stampa francese Afp rilancia i calcoli di Grant Allen, professore di fisica dell’atmosfera all’università di Manchester, secondo il quale parte del metano emesso dai tubi sarà ossidato nell’acqua. Questa affermazione è oggetto di molta incertezza, sebbene alcuni esperti e organizzazioni abbiano tentato di calcolare la quantità potenziale di gas nei gasdotti. Allen stima che ci fossero fino a 177 milioni di metri cubi di gas naturale ancora nel Nord Stream 2, aggiungendo che è equivalente al gas naturale utilizzato da 124.000 case del Regno Unito in un anno. Paul Balcombe, docente onorario all’Imperial college di Londra, è convinto invece che le stime per il gas nei tubi vanno da circa 150 a 300 milioni di metri cubi.

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GhgSat Inc., società di monitoraggio satellitare, ha affermato che la rottura dei gasdotti potrebbero aver provocato la fuoriuscita di 500 tonnellate di metano all’ora, ben dieci volte di più della perdita di Aliso Canyon (Los Angeles) al suo apice nel 2015. In quell’occasione sono state emesse oltre 97.000 tonnellate di metano in diversi mesi. A confronto, le stesse perdite da Nord Stream potrebbero essersi verificate nel corso di ore.

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