Non solo sui tetti, il pericolo amianto viene anche dalla Terra. Un tema toccato al Convegno Nazionale “Amianto: gestione del sistema e tutela della salute” organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi e la Società Italiana di Medicina Ambientale oggi 23 settembre presso il CNR di Roma.
La conoscenza geologica svolge un ruolo centrale nell’identificazione e nella mappatura dei siti caratterizzati dalla presenza di rocce amiantifere. Da qui è possibile che si sviluppi una diffusione delle fibre nocive.
Leggi anche: Inquinamento da amianto, si fa ancora troppo poco
“L’amianto nel nostro Paese costituisce ancora oggi un problema irrisolto. Nonostante la normativa italiana in tema di amianto sia tra le più avanzate in Europa, a distanza di vent’anni dall’emanazione della legge 27 marzo 1992, n. 257 che stabilisce la cessazione dell’impiego dell’amianto (divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione, produzione di amianto e di prodotti che lo contengono). Nel territorio italiano, infatti, – spiega in una nota Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi – sono ancora presenti milioni di tonnellate di materiali contenenti tale sostanza”.
L’impatto dell’inquinamento di amianto sulla salute
In Italia 6000 persone all’anno continuano a morire per gli effetti dell’amianto: tumore polmonare il mesotelioma pleurico, laringeo e ovarico, oltre a condizioni di fibrosi polmonare. I siti contaminati censiti e presenti nel database del Ministero dell’Ambiente sono 96.000.
“Per affrontare il problema in modo strutturale è necessaria un’azione coordinata che integri tra loro tutti gli enti statali e le amministrazioni territoriali a vario titolo coinvolte, al fine di integrare le azioni sugli aspetti sanitari, previdenziali e ambientali” sottolinea nella nota Alessandro Miani, Presidente Società Italiana di Medicina Ambientale.
Leggi anche: Amianto, condannato il ministero della Difesa
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità sono 125 milioni le persone esposte a rischio amianto e l’impatto dei soli costi diretti (ritiro dal lavoro, cure e morte) nei 28 Paesi dell’Unione Europea (UK inclusa) è pari allo 0.7 per cento del Pil dell’Unione europea (410miliardi/anno).
Leggi anche: Emissioni del trasporto marittimo, Fer, amianto e riorganizzazione del Minambiente in G.U.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.