Il principio del “chi inquina paga” previsto dalla tassazione verde, la riforma fiscale promossa dalla Commissione europea, non vuole essere una punizione ma un’opportunità per le imprese di investire in progetti sostenibili. L’esecutivo europeo vuole promuovere un’economia rispettosa dell’ambiente per costruire una società più equa, democratica, sicura e sana.

La riforma fiscale aggiorna regole vecchie di 20 anni, ormai anacronistiche nell’attuale panorama energetico ed economico, ha spiegato Paolo Gentiloni, eurocommissario all’Economia, in apertura del Green taxation event promosso dall’esecutivo europeo. Nel saluto iniziale ha ricordato che “la tassazione verde può supportare le ambizioni climatiche” e che la volontà di internalizzare i costi ambientali eviterà ai consumatori di pagare di più quando le imprese immetteranno in atmosfera grosse quantità di gas a effetto serra.

Gentiloni
Paolo Gentiloni

Se si pensa al target al 2050 della neutralità climatica fissato dalla Commissione europea, non rassicura la stima di Copernicus sul 2020 come anno più caldo della storia. Citando conquiste come la “pace e la moneta unica” e strumenti come “l’innovazione tecnologica, la ricerca e gli investimenti pubblici e privati”, Gentiloni ha ricordato come “abbiamo una storica missione: la transizione ecologica” per la quale sarà determinante “l’interdipendenza energetica tra Paesi”. Promettente in tal senso guardare al 2019, anno in cui il Pil europeo ha beneficiato per il 3,2% delle tasse sull’inquinamento.

Altro messaggio emerso durante il convegno riguarda l’equità della transizione energetica:

Zakia Khattabi
Zakia Khattabi

“Non è un dibattito tecnico, ma ha a che fare con la politica e la democrazia”, ha detto Zakia Khattabi, ministro belga per il Clima, l’Ambiente, lo sviluppo sostenibile e il green deal. “Le imprese non guardano spontaneamente all’effetto ambientale” dunque la tassazione “dovrà essere un incentivo” così da “offrire loro un’opportunità per cambiare e non farle sentire vittime”.

Laurence Boone
Laurence Boone

L’occasione sarà davvero tale se la riforma della tassazione sarà inserita nella più ampia cornice normativa europea, come evidenziato da Laurence Boone, capo economista all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Tra le varie misure ha citato “una carbon tax ben disegnata, che non tenga conto unicamente dell’attuale situazione pandemica”, senza dimenticare “i sostegni ai settori fortemente colpiti dalla pandemia”. Tra gli scivoloni da evitare secondo la Boone “non sfavorire le piccole realtà imprenditoriali” ma “accompagnarle”. Stimolare “gli investimenti nel lungo periodo, ad esempio sulle infrastrutture”. Pensare “all’edilizia resiliente, alla chiara e migliore comunicazione al cittadino”, alla “semplificazione delle regole per creare dinamismo e stimolare la competizione e l’innovazione”.

“In questo climate club bisogna essere sicuri che le città possano partecipare”, ha detto

Paul Tang
Paul Tang

Paul Tang, deputato al Parlamento europeo e presidente della sottocommissione sulle questioni fiscali, riportando il dibattito su un piano locale più che nazionale o comunitario. “Per correggere i danni provocati dall’esternalità dell’inquinamento”, ha aggiunto, e per accrescere l’accettazione in settori come l’agricoltura “bisogna stimolare la collaborazione”, soprattutto da parte del settore pubblico.

tav rotonda
Da sinistra Gerassimos Thomas, Céline Charveriat e Antonio Colino

Senza aspettare “l’armonizzazione dei criteri” bisognerà che “i singoli Paesi si muovano individualmente”, ha aggiunto Gerassimos Thomas, a capo della Direzione generale Tassazione dell’esecutivo europeo. “Le generazioni più giovani sembrano capire meglio delle altre l’urgenza dell’azione”, ha evidenziato. Gli scienziati, d’altro canto, hanno lanciato messaggi chiari: “Non possiamo ripetere gli errori del passato per riformare la tassazione sull’energia”, ha detto Céline Charveriat, direttore esecutivo dell’Istituto per la politica ambientale europea, meglio pensare a soluzioni innovative come “offrire gratuitamente un servizio di trasporto pubblico sostenibile alle persone più povere”, nell’ottica dell’equità sociale. Sempre tenendo a mente, oltre all’armonizzazione delle regole tra Paesi, anche la “corretta e trasparente comunicazione al cittadino” sulla tassazione verde, come evidenziato da Antonio Colino, presidente del network European energy retailers, così da indirizzare i loro acquisti: “Se pagano gli inquinanti, pagano i consumatori”.

Frans Timmermans
Frans Timmermans

Un misto di monito e speranza è arrivato in chiusura dal vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans: “Non siamo in linea con gli obiettivi climatici e ambientali”, “senza meccanismi di compensazione” che riguarderanno “il trasporto e l’edilizia” non “sarà possibile garantire la giustizia sociale” e la “giusta transizione”.

 

L’Italia e la transizione ecologica

Azioni e obiettivi nell’intervento del ministro dell’Economia Daniele Franco


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