L’Associazione “Italia per il nucleare”, lo scorso 8 novembre, ha inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio, Mario Draghi, chiedendo che l’Italia si esprima favorevolmente in merito all’inserimento del nucleare nella Tassonomia europea della finanza sostenibilee, contestualmente, ha avviato una campagna su change.org.
L’Associazione è convinta che per raggiungere la transizione ecologica sia necessario sostenere tutte le soluzioni tecnologiche che permettano di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, ovviamente valutando rischi e benefici.
L’Associazione chiede inoltre che la Commissione europea prenda in considerazione il parere degli esperti “formulando la propria strategia per la lotta al cambiamento climatico sulla base delle evidenze tecnologiche attualmente a disposizione. La recente valutazione tecnica del Joint research centre (Jrc) raccomanda l’inclusione dell’energia nucleare nella tassonomia”.
Nel rapporto si afferma di non aver riscontrato alcuna prova scientifica sul fatto che l’energia nucleare possa arrecare più danni alla salute umana o all’ambiente di altre tecnologie che producono elettricità e sono già ricomprese nella tassonomia.
Invece, viene messo in evidenza che le emissioni di gas serra prodotte dagli impianti nucleari siano molto basse, così come ridotto è l’utilizzo di suolo.
Altri due gruppi di esperti europei confermano questa analisi ma nella lettera si riportano le diverse posizioni, sostenute da dati scientifici, che asseriscono quanto il nucleare sia efficace nel combattere il cambiamento climatico.
Secondo l’Associazione, i reattori europei vanno invece rafforzati affinché non vengano vanificati gli sforzi di decarbonizzazione finora promossi. Inoltre, a sostegno del nucleare c’è l’argomentazione secondo cui, all’Italia deriva un beneficio dall’importazione di elettricità dai reattori confinanti, dai quali importiamo il 10% dell’elettricità, con un vantaggio economico e di stabilità dei prezzi dell’energia.
Pertanto, il coordinamento firmatario della lettera ribadisce che, qualora il nucleare dovesse essere escluso dalla tassonomia sulla finanza sostenibile, questo produrrà inevitabilmente un rallentamento verso la transizione ecologica e indebolirà il sistema di approvvigionamento energetico dell’Unione europea.
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