- Il report Mal’Aria di Legambiente svela che l’inquinamento è alle stelle in molte città italiane, a partire da Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia.
- La Società italiana di medicina ambientale lancia l’allarme: gravi danni per apparato respiratorio e cardiovascolare, in aumento i tumori.
Nel 2022, 29 città su 95 hanno superato i limiti giornalieri di PM10. A rivelarlo è l’ultimo report Mal’Aria di Legambiente, pubblicato il 30 gennaio 2023. Il quadro è ancora più allarmante a Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia, che hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti.
L’Italia è prima in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico
Non a caso, come ricorda la Società italiana di medicina ambientale (SIMA), l’Italia è il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, con circa 80mila decessi prematuri all’anno. “Gli effetti diretti dell’inquinamento sulla salute umana interessano diversi organi e apparati, da quello respiratorio a quello cardiovascolare”, chiarisce il presidente Alessandro Miani. “Gli effetti indiretti portano fino al +14 per cento di aumento di incidenza per tutti i tumori nei siti inquinati”.
Emergenza #smog. In Italia nel 2022, 29 città su 95 hanno superato i limiti giornalieri di #PM10.
Le situazioni peggiori a Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia.
Leggi il comunicato stampa su report Mal’aria di città 2023 ⬇️https://t.co/UcksjdbZcc— Legambiente Onlus (@Legambiente) January 30, 2023
Le proposte di SIMA e Legambiente per contrastare il problema
Per contrastare questo grave problema, SIMA ha proposto al governo di partire dagli edifici urbani, attraverso incentivi volti a facilitare interventi di rivestimento di superfici murarie e vetrate con un “coating” fotocatalitico al biossido di titanio a base etanolo, in grado di ridurre gli inquinanti atmosferici.
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Legambiente, dal canto suo, propone di puntare su zone a zero emissioni, città 30 km all’ora, potenziamento del trasporto pubblico, elettrificazione degli autobus e sharing mobility. Una revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria potrebbe stabilire obiettivi ancora più sfidanti da raggiungere entro il 2030. “Le nostre analisi hanno evidenziato che il 76 per cento delle località monitorate superano già i limiti previsti dalla futura direttiva per il PM10, l’84 per cento per il PM2.5 e il 61 per cento per il NO2. Questo significa che le città italiane dovranno lavorare duramente per adeguarsi ai nuovi limiti entro i prossimi sette anni”, conclude Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente.
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