Sulla Two Hummock Island, un’isola di fronte alla penisola antartica, lì dove si trova il puntatore rosso di Google maps, Gian Luca Cavalli, Marcello Sanguineti e Manrico Dell’Agnola hanno effettuato i primi prelievi di campioni di ghiaccio per individuare e studiare la presenza di contaminanti nelle aree polari. I tre alpinisti, tutti accademici del Club alpino italiano, sono partiti a dicembre il 28 dicembre alla volta dell’Antartide, per effettuare campionature nelle aree più remote del mondo.
La preparazione della spedizione
Questo aggiornamento è stato trasmesso nella notte tra mercoledì e giovedì scorso con una e-mail inviata tramite satellitare, riporta il sito web del notiziario Cai “Lo Scarpone”. Gli alpinisti sono partiti da Roma e atterrati a Ushuaia, nella Terra del Fuoco in Argentina, dove si sono imbarcati sulla Ice bird, lo yacht oceanico che li ha portati in Antartide e che sarà il loro campo base. La preparazione della spedizione, che costa 75 mila euro, è durata oltre un anno. Ognuno di loro porta uno zaino da 30 kg con vestiti di ricambio, materiali d’arrampicata, fotocamere e obiettivi e il materiale scientifico messo a disposizione dal Cnr. Solo la scorta di cibi liofilizzati, unico genere di sussistenza, pesa 25 kg. Con un pannello solare, dei quali sono dotati tutti gli alpinisti, sarà ricaricata la strumentazione elettronica, tra cui il gps usato per comunicare con l’Italia.
Le tappe
Dopo i prelievi sulla Two Hummock Island, gli alpinisti si dirigeranno sulle Bramant Island. I tre vogliono salire alcune pareti e vette inviolate nella Graham Land, la parte della Penisola antartica situata a nord di 66°S, e raggiungere la Trinity Peninsula, in particolare l’area del Gerlache Strait e della Wiencke Island. Per gli spostamenti sulla terraferma useranno gli sci e traineranno da loro le slitte affrontando le temperature dell’estate australe che si attestano a 25 gradi sotto lo zero. Le riprese girate con un drone e con ottiche sofisticate saranno usate per un documentario.
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Analisi campioni di neve
Gli alpinisti sottoporranno i campioni di neve, prelevati a diverse quote, a un processo detto di estrazione in fase solida (Spe) che permetterà, una volta portati in Italia, di analizzarli ed effettuare l’elaborazione di dati. Così facendo, oltre a individuare la presenza di sostanze inquinanti di nuova generazione, microplastiche incluse, anche su vette inviolate alte fino a 3.500 metri, ne analizzeranno i meccanismi di trasporto e valuteranno le possibili ricadute in zone antropizzate.
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L’attività scientifica, promossa durante la spedizione, è frutto della collaborazione di Marcello Sanguineti con l’Istituto di scienze polari (Isp) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) per lo svolgimento del progetto ECO AS:TRA (Emerging COntaminants in Antarctic Snow: sources and TRAnsport; PNRA18_00229), approvato per il finanziamento dal Programma nazionale di ricerca in Antartide. La spedizione è promossa dalla sezione di Biella del Club alpino italiano e dal Centro nazionale delle ricerche (Cnr) ed è patrocinata dal Club alpino centrale, dalla Fondazione cassa di risparmio di Biella e dalla Città di Biella (Antartic expedition 2020).
Nella foto in anteprima il campo base Ice birds
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