La sostenibilità ambientale si realizza principalmente attraverso la gestione e il contenimento del rischio e dell’impatto sul territorio. Su questo un ruolo centrale lo svolgono opere di grande impatto logistico e funzionale come le infrastrutture strategiche. Necessarie per la qualità della vita di una società, non possono però eludere da una ferma attenzione al territorio. Attenzione che va dalla progettazione all’uso, alla manutenzione fino ad arrivare all’eventuale smaltimento. Per far questo ci sono figure giuridiche e tecnologiche che ne gestiscono la responsabilità nelle diverse fasi e l’impegno di un apparato di controlli e validazione delle stesse.
Un obiettivo che alle soglie dei finanziamenti europei vedrà impegnate diverse realtà sul territorio. Oltre a lavoro e occupazione, porterà molta attenzione all’impatto ambientale e ai diversi rischi che vanno previsti ed evitati per l’ambiente e ci per chi lavora. In un’ottica di crescita sostenibile della collettività.
Su questi temi Canale Energia ha intervistato la professoressa Cecilia Valbonesi dell’università di Firenze, che da diversi anni segue il tema dell’ambiente, argomento a cui è approdata attraverso la ricerca sulla tutela penale della sicurezza sul lavoro aspetto che “incompiuto e incompleto se non associata alla salvaguardia dell’ecosistema. Ce lo ha insegnato in modo drammatico la vicenda del processo Eternit dalle cui ceneri è sorta la pur incompiuta e perfettibile disciplina codicistica del Diritto penale ambientale” spiega la Valbonesi che la prossima settimana, il 20 maggio, parteciperà all’evento “Strutture strategiche e sicurezza per l’ambiente, tra giurisprudenza e tecnologia“. in cui con alcuni player tecnologici come Olt Toscana e realtà preposte al controllo come Ispra e la Commissione Via, Unem e Assocostieri seguono questo delicato tema.
“In questa fase di profonda transizione e necessario sviluppo, la tutela dell’ambiente assume un ruolo di rinnovata centralità. Dell’esigenza di garantire obiettivi europei di promozione dell’economia circolare e di transizione ecologica si fa interprete, tra gli altri, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il quale ci ricorda che la salvaguardia dell’ecosistema deve rientrare fra i Sustainable Development Goals“.
Come sta cambiando la figura delle responsabilità giuridica in ambito di impatto ambientale delle infrastrutture strategiche?
La responsabilità giuridica che dovrebbe essere il precipitato cogente di una più radicata e
diffusa responsabilità sociale nella gestione dei beni comuni quali l’ambiente, è oggi sottoposta alle sollecitazioni che provengono da forti istanze di sviluppo infrastrutturale. L’individuazione del punto di equilibrio tra progresso tecnologico e strutturale e salvaguardia dell’ambiente è affidato a strumenti che non ancora non sembrano del tutto maturi per garantire un punto di equilibrio fra istanze di pari livello.
Le aziende italiane sono pronte a questo cambiamento?
Le aziende italiane stanno dimostrando una forte propensione all’adeguamento rispetto a politiche di maggiore salvaguardia dell’ecosistema, complice forse anche la responsabilità amministrativa da reato delineata, dal 2015, anche in relazione agli illeciti contro l’ambiente. Pur tuttavia, mancano non solo politiche economiche di incentivazione di prassi virtuose ma altresì linee guida condivise che assicurino scelte di compliance efficaci ed idonee a sollevare le aziende da responsabilità spesso molto insidiose e difficilmente prevedibili.
Che ruolo hanno le infrastrutture strategiche nella transizione ecologica viste dal suo punto di vista?
Il nostro Paese non può tradire quel mandato di progresso sostenibile che gli è stato affidato non solo dall’Europa ma altresì da una coscienza civica sempre più forte.
Il processo di transizione, finalmente messo a sistema attraverso una seria struttura istituzionale di rango ministeriale, deve raccogliere la sfida di consentire all’Italia di entrare nel futuro, salvaguardando le risorse destinate alle generazioni future.
Il processo di transizione, finalmente messo a sistema attraverso una seria struttura istituzionale di rango ministeriale, deve raccogliere la sfida di consentire all’Italia di entrare nel futuro, salvaguardando le risorse destinate alle generazioni future.
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