L’Italia ha aderito volontariamente al Global methane Pledge e come tale deve presentare una Strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale. Iniziativa su cui aziende, stakeholders e associazioni si stanno già confrontando in un tavolo di lavoro organizzato dall’associazione ambientalista Amici della Terra e EDFE, Enviromental Defense Fund Europe. Ieri sono stati presentati i lavori aggiornati del tavolo. Il documento di indirizzo presenta un contributo concreto di supporto degli stakeholders di settore alle prossime decisioni che il Governo dovrà prendere.
Il documento di indirizzo sulla Strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano
Nel documento di indirizzo si prevedono obiettivi quantitativi specifici per quanto riguarda i segmenti dell’upstream, del trasporto e della distribuzione. Un’attività che permetterebbe all’Italia di raggiungere una riduzione di 1 milione e 700mila tonnellate annue di CO2 equivalenti all’anno.
Si tratta di un “contributo al governo per adottare in tempi rapidi un piano nazionale di azione per la riduzione delle emissioni di metano come previsto anche dagli impegni assunti dall’Italia nell’ambito del GMP durante la COP 27” spiega Tommaso Franci, Direzione Amici della Terra che ricorda come “L’Italia ha aderito anche alla “joint declaration from Importers and Exporter” promossa dai paesi che pragmaticamente si prefiggono di ridurre le emissioni climalteranti legate all’uso dei combustibili fossili e, in particolare, del gas naturale lungo le catene di approvvigionamento. L’iniziativa è tanto più opportuna nella fase in cui i paesi forti importatori, come quelli UE, stanno limitando le importazioni dalla Russia e inaugurano nuove vie di approvvigionamento”.
Il documento prevede anche la determinazione del “Methane Supply Index”, con riferimento alle emissioni di metano del gas importato in Italia da Paesi extraUE, coerentemente con gli obiettivi della Strategia Esterna UE per l’Energia nell’ambito del pacchetto REPowerEU, la proposta di Regolamento UE per la riduzione delle emissioni di metano del settore energetico
#TommasoFranci #AmicidellaTerra “le #emissionimetano del #Gas importato immesso nella rete di trasporto nazionale sono 40 volte più alte delle emissioni legate al gas estratto in Italia
per ogni miliardo di m3″ pic.twitter.com/TPUuKH2YcA— Amici della Terra (@amicidellaterra) December 21, 2022
Un impegno questo della riduzione delle emissioni di metano che come ricorda la presidente degli Amici della Terra Monica Tommasi, intervenuta ad apertura lavori, è necessario perché “del gas avremo bisogno ancora per molti anni per questo ci auguriamo di usarlo nel migliore dei modi”.
Emissioni fuggitive un approccio per ridurre da subito l’inquinamento
“Purtroppo, il problema delle emissioni di metano è ancora visto come un tecnicismo, difficilmente assimilabile ad ampie problematiche politico-social” ricorda Ilaria Restifo, referente per l’Italia di Environmental Defense Fund Europe (EDFE) co-organizzatore dell’evento. “Tanto più che la crisi energetica e i suoi impatti sui consumatori hanno messo in secondo piano il tema delle emissioni di metano rispetto quello della sicurezza degli approvvigionamenti, quando in realtà può rappresentare la chiave per risolvere buona parte del problema, tramite ad esempio programmi di cattura e vendita del metano disperso”.
Una sfida che guarda al cambiamento climatico tenendo ben chiare le esigenze di consumi energetici. “Se vogliamo vincere la sfida ai cambiamenti climatici dobbiamo augurarci che aumentino i consumi di gas nel mondo in quanto oggi i combustibili più utilizzati sono petrolio e carbone, molto più inquinanti” rimarca il DG di Proxigas Marta Bucci “La riduzione delle emissioni fuggitive di metano rappresenta una linea d’intervento con grandi potenzialità, attuabile in tempi brevi e a costi contenuti, su cui la nostra industria, in particolare, ha già dimostrato impegno e sensibilità e può offrire un contributo rilevante valorizzando la grande esperienza delle proprie aziende”.
Il rapporto sulle emissioni di metano Ispra mette l’energia al terzo posto. Primi rifiuti e agricoltura
Nel corso dei lavori Antonio Caputo ricercatore di Ispra, (vedi intervista video completa sotto) ha presentato la parte del recente rapporto sulle emissioni di metano dell’ente dedicata proprio agli scenari di intervento per la riduzione delle emissioni fuggitive della filiera del gas naturale.
Il report Ispra è stato presentato al pubblico per la prima volta nel corso della XVI Conferenza nazionale per l’efficienza energetica degli Amici della Terra.
“Per ricalcolare le emissioni abbiamo considerato tutti gli aspetti delle emissioni sia quelle fuggitive che il settore agricoltura che rifiuti” spiega Caputo a Canale Energia “In sostanza abbiamo una quantità di emissioni da settori afferenti all’energia che rappresentano il 15%, contro il 45% delle emissioni del settore agricoltura e un 40% delle emissioni che avvengono nel settore dei rifiuti“.
“Ricordiamoci che se vogliamo intervenire sul metano in brevissimo termine, intendo meno di 20 anni, dobbiamo considerare che il potere alterante dell’atmosfera non è più 25 ma è 80. Quindi si alzano molto di più le emissioni di metano. Questo perché è un gas serra che va via presto dall’atmosfera ma un potere di assorbimento dell’energia solare quattro volte superiore del valore che avrebbe se lo considerassimo a cento anni. E’ un discorso tra equilibri dinamici tra metano immesso in a atmosfera e metano che auto decomponendosi svanisce dall’atmosfera”.
Rispetto l’ipotesi di nuove estrazioni nazionali Caputo si presenta scettico: “Non abbiamo risorse certe sufficienti secondo stime del Mase. Comunque una buona metà di quello che viene emesso dal metano di importazione fuori è anidride carbonica. Un elemento non appetibile in termine di metano perduto e di emissioni. Quindi l’analisi andrebbe fatta caso per caso”.
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