emissioni metano
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L’impatto economico del Covid-19 continuerà a far sentire i suoi effetti nei prossimi anni, anche in termini di povertà diffusa, a differenza della temporanea riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Durante un evento pandemico la domanda di energia e le emissioni di CO2 calano per effetto del declino dell’attività economica e solo un terzo della riduzione delle emissioni può essere attribuito alla decarbonizzazione dell’energia. Gli effetti positivi per l’ambiente legati a una crisi pandemica sono destinati a non radicarsi.

Ad affermarlo uno studio condotto da Rff-Cmcc European institute on economics and the environment (Eiee) e dall’International monetary fund sulla base di un’analisi delle conseguenze di cinque grandi epidemie precedentemente avvenute nel corso dell’ultimo secolo: Sars, H1N1, Mers, Ebola e Zika. “Le pandemie del passato hanno avuto un impatto significativo e persistente sull’economia, la società e l’ambiente”, commenta in una nota stampa Johannes Emmerling, ricercatore a capo dell’unità Low carbon pathways di Eiee e primo autore dello studio. “In termini di domanda di energia e di emissioni di gas serra, l’effetto è stato principalmente ciclico e non ha portato a miglioramenti sistematici dell’efficienza”.

In base a queste stime storiche, lo studio prevede “una riduzione significativa della performance economica e effetti nella distribuzione del reddito fino al 2025”. La combinazione dell’impatto sulla crescita economica e sulle disuguaglianze ha portato a un aumento della povertà di circa 75 milioni di persone nel 2020, e anche in questo caso le politiche sono fondamentali per invertire questo processo”, prosegue Emmerling. Numeri, però, al ribasso, considerato che la pandemia è “più diffusa della media delle crisi sanitarie del campione” e che “le misure di contenimento intraprese per limitare il contagio senza precedenti”.

Per creare un effetto di lunga durata, in termini di riduzione delle emissioni climalteranti,  gli autori auspicano una forte risposta “politica fiscale e altre macro politiche” calibrate “ai fini di una crescita equa e sostenibile”. Queste devono poggiare su una “progettazione verde” così da migliorare la situazione socio-economica che si è finora delineata e da ridurre l’intensità energetica delle emissioni nel medio e lungo termine.


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