L’Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi) ha presentato oggi il Piano nazionale per la manutenzione straordinaria e l’infrastrutturazione di opere per la difesa idrogeologica e la raccolta delle acque reflue. Il suo presidente Francesco Vincenzi l’ha illustrato nella seconda e conclusiva giornata dell’assemblea annuale digitale.
Il Piano per la difesa idrogeologica e le acque reflue
I consorzi di bonifica si costituiscono l’esempio di un’Italia che deve rilanciare le proprie competenze tecniche. Il Piano mette in campo 10.946 milioni di euro e dovrebbe garantire 54.700 posti di lavoro. Oltre 8.400 mln saranno destinati alle 3.658 opere di manutenzione straordinaria per la difesa idrogeologica, che occuperanno 42.000 unità. 2.015 progetti solo nel nord Italia: Piemonte Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna.
Per completare i 66 bacini presenti sul territorio nazionale, 42 dei quali al Sud tra Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, l’Anbi investirà 800 mln di euro e coinvolgerà 4.000 addetti. 290 mln e 1.448 unità di forza lavoro saranno destinati alla manutenzione straordinaria degli invasi. In Italia sono 90 i bacini che per l’interrimento perdono il 10,7% di capacità. 45 dei quali in Meridione.
Per realizzare i 55 progetti di bacini di raccolta delle acque, il Piano per la difesa idrogeologica e la raccolta delle acque destinerà 1.455 mln dai quali dipenderebbero 7.276 posti di lavoro. 30 di questi saranno realizzati nel nord Italia per una capacità prevista di 100.345.000 m3.
Vincenzi: “Serve unico progetto di potenziamento infrastrutture”
“L’analisi dei dati conferma l’immagine di un’Italia a più velocità e con il Meridione, che vede risalire gli investimenti idrici più importanti al tempo della Cassa per il Mezzogiorno”, ha affermato il presidente Vincenzi riprendendo quanto detto nella prima giornata di lavori. Per ripartire con determinazione serve puntare “su un unico e complessivo progetto di potenziamento delle dotazioni infrastrutturali idriche e irrigue”, aveva infatti affermato.
Oggi invoca “un vero Green new deal per il nostro Paese, più determinazione nelle attività di contrasto all’estremizzazione degli eventi meteo, procedure esecutive più rapide ma non meno controllate, maggiori risorse destinate ad incrementare la capacità di resilienza dei territori e delle loro comunità”.
Margiotta: “Dal Mit 1,6 mln di euro in opere idrauliche”
“Il Mit sta lavorando sul Piano invasi, con 1,6 miliardi di euro da programmare ed investire nelle opere idrauliche, che risultano prioritarie”. Così Salvatore Margiotta, sottosegretario al ministero Infrastutture e trasporti, durante il primo giorno di Assemblea Anbi. Il lavoro del governo, ha affermato, si concentra sulle infrastrutture idriche “per dare nuovo impulso all’Italia” e “tornare al di sopra della soglia, dalla quale siamo caduti a causa del Covid-19, perché quella soglia non era soddisfacente”.
“La gestione integrata, sostenibile ed efficiente della risorsa acqua” è l’unica soluzione “fronteggiare le carenze e lo stress idrico”, ha proseguito.
Bianchi: “Piani sovraregionali per incidere su grandi reti di adduzione”
Sul bisogno di un piano unico concorda Luca Bianchi, economista e direttore generale di Svimez, l’Associazione sviluppo industriale nel Mezzogiorno. Intervenuto ieri, ha affermato che bisogna “superare il regionalismo” e adottare “piani sovraregionali” per “incidere sulle grandi reti di adduzione al servizio sia delle comunità che del sistema della produzione agricola”. In questa pandemia, ha proseguito, “il settore agricolo e agroalimentare si è confermato in assoluto (…) come uno dei più resilienti e dinamici”.
Stato risorse idriche: dati allarmanti
A conferma arrivano i dati allarmanti dell’Osservatorio Anbi sullo stato delle risorse idriche presentati oggi durante la seconda giornata dell’assemblea annuale. La Basilicata è la regione più assetata d’Italia. La disponibilità nei bacini si sta riducendo di circa 2 milioni di metri cubi al giorno. Il deficit complessivo è di 65 milioni di m3 rispetto al 2019.
In Puglia la situazione è analoga: il deficit è di 64 milioni di m3. Maggiore in Sicilia dove si arriva a 70 milioni di m3.
La situazione degli invasi è a macchia di leopardo. In Abruzzo l’invaso di Penne è al limite della capacità, come le acque del lago di Bracciano. In Campania l’altezza idrometrica del fiume Volturno è in ripresa mentre crolla quella del fiume Sele.
Anche la situazione dei fiumi e laghi è disomogenea. Al Nord continua il progressivo calo dei livelli dei grandi laghi, ad eccezione di quello di Como, anche se restano al di sopra della media storica. Le portate del fiume Po e dei principali fiumi lombardi restano in media. In Veneto i livelli dei fiumi scendono sotto le medie storiche dopo che a giugno avevano vissuto ottime performance grazie alle copiose piogge.
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