Greenpeace ha realizzato una guida all’acquisto dei detergenti privi di materie plastiche. Queste sostanze, spiega l’associazione in una nota, “sono usate spesso come ingredienti in detersivi e saponi per il bucato, per le superfici e per le stoviglie e sono destinate a finire nell’ambiente”.
Online 2 versioni della guida alle materie plastiche nei detergenti
Sono due le versioni della guida: una stampabile e una digitale disponibile solo online. All’interno è presente un elenco degli ingredienti in plastica più utilizzati dalle aziende nei detergenti. “Questo elenco può essere confrontato con la lista degli ingredienti di ciascun prodotto, spesso di non facile consultazione e reperibilità, disponibile sui siti web ufficiali dei marchi. Nella versione digitale sono presenti i link alle pagine web dei marchi più noti, mentre all’interno della versione stampabile è presente un QR code, che rimanda alla versione online della guida, per facilitare così la ricerca degli ingredienti dei prodotti sui siti delle aziende usando ad esempio il proprio smartphone”.
Materie plastiche nei detergenti, ecco dove finisce
Ma dove finisce questa plastica? Questi materiali, si legge nella guida, “sono ormai ovunque nel pianeta, dalle calotte polari alle profondità marine, dal sale da cucina alla frutta, fino all’aria che respiriamo e agli organismi marini che finiscono sulle nostre tavole. Utilizzando detergenti contenenti plastica diventiamo complici inconsapevoli della contaminazione del mare e del Pianeta e non ci sono filtri che tengano. Infatti, tutte le plastiche contenute nei prodotti di pulizia che usiamo ogni giorno, vengono trasportate tramite le fognature e i fiumi nei mari disperdendosi così in tutto il globo”.
Acquistare prodotti privi di materie plastiche
“Nelle prossime settimane, a causa delle nuove restrizioni dovute alla pandemia, passeremo molto più tempo in casa che probabilmente impiegheremo per prendercene cura. Cerchiamo dunque di acquistare prodotti privi di ingredienti in plastica, in qualsiasi forma essa si presenti, per non aggravare la contaminazione globale”, sottolinea in nota Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace.
La petizione di Greenpeace
Nei prossimi mesi, l’Europa valuterà la proposta dell’Echa (Agenzia europea per le sostanze chimiche) di vietare l’uso di microplastiche aggiunte intenzionalmente in numerosi prodotti di largo consumo. Greenpeace da mesi ha lanciato la petizione “Fermiamo le microplastiche”. Con la quale chiede che la proposta sia più ambiziosa e che vieti, nel più breve tempo possibile, oltre all’uso di particelle in plastica solida di qualsiasi dimensione anche tutte le plastiche liquide, semisolide e solubile. Sostanze usate come ingredienti in numerosi prodotti commerciali.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.