Il Parlamento UE ha approvato il testo che esprime la sua posizione sulla Cop26 di Glasgow con 527 voti favorevoli, 134 contrari e 35 astensioni.
Il testo racchiude le preoccupazioni dei deputati europei sugli obiettivi nazionali, resi noti a Parigi nel 2015, che non sarebbero sufficienti per tenere sotto controllo il riscaldamento globale, ma anzi condurrebbero alla soglia dei tre gradi entro il 2100.
L’Unione deve rimanere leader contro il cambiamento climatico
I deputati ritengono che l’Europa debba rimanere ben salda alla guida di tutte le azioni che contrastano il cambiamento climatico, lavorando alacremente affinché il pacchetto “Fit for 55” venga portato a compimento e sia in linea con l’accordo di Parigi.
Eliminare le sovvenzioni alle fonti fossili rimane prioritario
Altra richiesta avanzata nel documento è che qualsiasi forma di sostegno, sia essa diretta o indiretta, alle fonti fossili venga eliminata all’interno dell’Unione entro il 2025. Implicito che gli altri Paesi debbano uniformarsi a questa linea.
Un occhio di riguardo alla biodiversità
Data l’importanza del suo ruolo di contrasto al riscaldamento climatico, ritenuto da tutti estremamente vantaggioso, la biodiversità va tutelata e ripristinata insieme agli ecosistemi.
La guida del G20
A parte l’impegno di ogni singolo Stato nel raggiungere la neutralità climatica, i deputati chiedono alla Commissione di creare, attraverso una stretta cooperazione, una sorta di “circolo internazionale di nazioni per il clima”, che includa i principali responsabili delle emissioni, affinché vengano sanciti standard comuni. Questo potrebbe avvenire anche attraverso un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, cioè: secondo i deputati, per aumentare la possibilità di raggiungere gli obiettivi climatici ed evitare la delocalizzazione delle imprese, l’UE deve applicare un dazio su alcune importazioni dai Paesi che applicano politiche ambientali meno stringenti.
L’impegno degli Usa e la volontà della Cina di ridurre le emissioni
I deputati sono soddisfatti del rientro degli Stati Uniti nell’accordo di Parigi e degli impegni presi dal Presidente Joe Biden sul tema. Allo stesso tempo rimangono preoccupati per la dipendenza della Cina dal carbone nonostante gli impegni assunti a favore di clima e ambiente.
Maggiori finanziamenti per i Paesi in via di sviluppo
I deputati sono fermi sul proposito che i Paesi sviluppati debbano mobilitare, come promesso, 100 miliardi di dollari di finanziamenti all’anno per i Paesi in via di sviluppo, con l’intento di incrementare ulteriormente questa cifra, a partire dal 2025. A tal proposito, ritengono che debba essere disegnata una tabella di marcia che riporti il contributo di ogni Paese al suddetto piano di finanziamento. Reputano inoltre, che i Paesi in via di sviluppo dovrebbero prendere parte alla Cop26, anche se vi sono le restrizioni per il Covid.
Una delegazione del Parlamento europeo sarà a Glasgow dall’8 al 13 novembre prossimo.
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