inquinamentoSe non sarà ridotto l’inquinamento atmosferico da particolato, a livello globale, seguendo le linee guida tracciate dall’Organizzazione mondiale della sanità, Oms, la persona media vivrà 2,2 anni in meno. I residenti delle aree più inquinate del mondo potrebbero vedersi accorciare la vita di 5 anni o più. Sono alcune delle conclusioni più allarmanti contenute nel rapporto dell’Air quality life index – Aqli pubblicato in questi giorni.

I nuovi dati del gruppo di ricerca statunitense sottolineano la minaccia incombente per la salute della popolazione mondiale, se non ci sarà la volontà di mettere in campo azioni politiche volte a ridurre le emissioni climalteranti.

Secondo i ricercatori, l’inquinamento da particolato avrebbe un impatto più devastante sull’aspettativa di vita rispetto a malattie trasmissibili come la tubercolosi e l’Hiv/Aids, oppure il fumo di sigaretta.

Leggi anche L’inquinamento costa il 3,3 per cento del Pil mondiale e 4,5 milioni di morti

La mappa dell’inquinamento mondiale e le misure adottate dalla Cina

La Cina, secondo il rapporto, rappresenta un modello importante nel dimostrare quanto la politica può determinare forti riduzioni dell’inquinamento in breve tempo. Dal 2013, il Paese ha ridotto il tasso di particolato nell’atmosfera del 29%, tre quarti delle riduzioni dell’inquinamento in tutto il mondo. Di conseguenza, la popolazione cinese ha aggiunto circa 1,5 anni alla propria aspettativa di vita. In soli sei anni, la Cina è riuscita in questo risultato quando Stati Uniti ed Europa hanno impiegato decenni e attraversato recessioni per ottenere le stesse riduzioni.

Il successo della Cina dimostra quanto il progresso è possibile, anche nei paesi più inquinati al mondo. In Asia meridionale, i dati Aqli rivelano che la persona media potrebbe vivere 5 anni in più se l’inquinamento fosse ridotto così da soddisfare le linee guida dell’Oms. I benefici delle politiche per l’aria pulita sono più evidenti nelle aree maggiormente colpite dall’inquinamento, come l’India settentrionale, dove 480 milioni di persone respirano livelli 10 volte peggiori di quelli riscontrati in qualsiasi altra parte del mondo.

Anche in Africa centrale e occidentale gli effetti negativi sulla salute non sono da meno. Ad esempio, nell’area del delta del Niger il residente medio rischia di vivere 5 anni in meno.

Leggi anche Il Regno Unito riconosce Ella Kissi-Debrah come prima vittima dell’inquinamento

La qualità dell’aria in Europa: maglia nera alla pianura Padana

L’intera popolazione di Polonia, Bielorussia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Slovenia, Ungheria, Lituania, Armenia, Belgio, Germania, Moldavia, Cipro e L’Ucraina e di Paesi Bassi e San Marino sono esposti a una qualità dell’aria che non soddisfa le linee guida dell’Oms.

  • La Polonia, dove il ricorso al carbone è tutt’oggi elevatissimo, è il più inquinato d’Europa. In particolare, le città di Varsavia e Lódz e le aree circostanti. Se l’inquinamento dovesse migliorare per soddisfare la linea guida dell’Oms, i cittadini polacchi guadagnerebbero 11 mesi sulla loro aspettativa di vita.
  • Anche la pianura Padana, compresa la città di Milano, è fortemente inquinata. I residenti guadagnerebbero 1 anno e 2 mesi se i livelli di inquinamento da particolato diminuissero, secondo quanto stabilito dalle linee guida dell’Oms.

Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per migliorare la qualità dell’aria in tutta L’Unione europea, alcuni progressi nella riduzione dell’inquinamento da particolato sono stati compiuti. Negli ultimi due decenni, l’inquinamento è diminuito del 15% in tutto il continente. In media, un cittadino europeo oggi vivrebbe 3 mesi in più rispetto ai livelli del 1998. A questo miglioramento si è giunti a partire dalla creazione della European environment agency a metà degli anni ’90. Negli anni successivi, l’Unione europea ha fissato obiettivi per le emissioni, ha creato uno standard di inquinamento e ha introdotto un programma completo di aria pulita per ridurre l’effetto dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana.

La qualità dell’aria è una priorità per la salute umana

Il rapporto Aqli si basa su una ricerca che confronta i tassi di mortalità delle persone che vivono in luoghi inquinati con problemi cardiaci e polmonari che rappresentano la principale fonte di morte prematura. Le stime dell’inquinamento atmosferico in tutto il mondo sono stati ricavati da dati satellitari con una risoluzione di 6 km.


Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Un team di professionisti curioso e attento alle mutazioni economiche e sociali portate dalla sfida climatica.