- WoMat, startup impegnata nello sviluppo di nuovi materiali, è nata dalla passione di un gruppo di ricercatrici.
- Il business model si basa sulla ricerca di soluzioni all’avanguardia per accelerare lo sviluppo sostenibile delle aziende.
Sviluppare materiali sostenibili, a costi ridotti ma performance elevate, per rispondere alle esigenze di varie industrie del Made in Italy e non solo. È l’obiettivo di WoMat, una startup nata dalla passione di cinque ricercatrici: Carola Esposito Corcione, Aurora Rizzo, Silvia Colella, Antonella Giuri e Raffaella Striani. In qualità di incubatore, l’azienda modenese Reinova aiuterà la startup nella fase iniziale di crescita. Stefania Carlucci assumerà il ruolo di chief executive officer di WoMat, mentre quello di chief technical officer sarà affidato all’AD di Reinova, Giuseppe Corcione.
“Si tende a pensare che l’investire nell’impresa sia un’attività prettamente maschile. Eppure, molti esempi in campo aziendale, politico e scientifico ci raccontano una realtà ben diversa. Bisogna ancora compiere dei passi in avanti, ma qualcosa sta cambiando”, commenta Stefania Carlucci.
Riciclabilità e consumo responsabile
Il business model di WoMat si basa sulla ricerca di soluzioni innovative per accelerare lo sviluppo sostenibile delle aziende, supportando lo scale-up e la commercializzazione di materiali pensati a partire da elementi naturali, riciclabili e sostenibili. Nel rispetto di quanto previsto dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: l’obiettivo numero 17, infatti, riguarda la produzione e il consumo responsabili.
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“Vorremmo consolidare il bacino di conoscenza e ampliare la rete di realizzazione di nuovi materiali per differenti destinazioni d’uso, in grado di rispondere alle esigenze del mercato in ambiti applicativi industriali differenti”, spiega Giuseppe Corcione. “Il sostegno a WoMat fa parte del progetto più ampio di crescita di Reinova, che vuole favorire lo sviluppo e vede la recente assunzione di dieci persone, mentre altre dieci verranno assunte a stretto giro”. Un’importante spinta verso la creazione di nuovi green jobs in Italia e un investimento nei talenti capaci di portare il Paese alla completa applicazione dei principi dell’economia circolare.
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