Un Manifesto della Meccanica che guardi alla competitività e al made in Italy

Da Industria 5.0 potrà prendere il via un nuovo strumento basato su credito di imposta o similare

La competitività del sistema produttivo Italia al centro delle richieste del Manifesto della Meccanica 2025, che Anima Confindustria ha presentato ieri al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Iniziativa cui plaude il ministro Urso, evidenziando come la tempistica sia efficace in quanto “stiamo per definire un piano di politica industriale con prospettiva quinquennale nel Libro Bianco del Made in Italy 2030”.
manifesto meccanica anima 2025

I punti salienti del Manifesto della Meccanica 2025

Nei diversi punti espressi da Anima Confindustria emerge la difficoltà di un comparto che fatica a riconoscersi nelle opportunità del Industria 5.0 di cui chiede a gran voce una riallocazione dei fondi.  Azione per cui domandano “Non solo ascolto ma anche interlocuzione stabile con un tavolo di lavoro permanente aperto nel Mimit” come chiarisce il presidente di Anima Confindustria Pietro Almici.

 

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Il fallimento e gli insegnamenti di Industria 5.0

Insomma serve un piano di ascolto continuo e una politica il più possibile in grado di permettere alle imprese di pianificare come più volte richiesto dalle imprese di diversi comparti. Perchè come sollecita Marco Nocivelli, vicepresidente Confidustria con delega alle politiche industriali: “le misure non possono avere il termine ghigliottina del Pnrr“. Per cui suggerisce sarebbe “Utile immaginare piani strutturali a tre anni”. Magari ispirandosi in parte ala misure della industria 5.0 per quanto scontenti in vari punti.

Il Mimit agisce bottom up evidenziando ascolto delle istituzioni alle industrie” interviene Marco Calabrò, capo dipartimento per le Politiche per l’impresa al ministero.  Che rassicura “faremo tutto quello che serve per portare a compimento il 5.0 ma non credo che verranno adottate nuove modifiche”.

Il Piano ad oggi ha un successo del solo 10% il che potrà comportare presto dei cambiamenti anche radicali. “Occorre prendere una decisione in occasione della prossima e forse ultima revisione del Pnrr. Questo vuol dire probabilmente riprogrammare queste risorse la cui stima che circola è di tre miliardi”.

Calabrò
Calabrò Foto Agnese Cecchini

Uno scenario che vorremmo non dimenticasse le Pmi” incalza Almici. “Si tratta di liberare risorse nazionali che potranno tenere conto anche delle esigenze di Pmi” sorride Calabrò che sottolinea come il tema della fiscalità introdotta dal 5,0 andrà aumentando come sistema e vedrà anche una attenzione sempre più grande legata alla premialità della produzione europea.

“All’interno di un ripensamento strutturali immaginiamo che questa tipologia di spese possa rientrare in uno strumento come credito di imposta o similare che si andrà a definire una volta terminata la 5.0″ aggiunge.

Proprio per questo il Tavolo secondo il Presidente di Anima “potrebbe essere un inizio fondamentale”. Un tema su cui a margine del convegno Calabrò commenta a Canale Energia “Il dialogo c’è e sarà sempre più strutturato”. in linea con l’apertura al dialogo già suffragata dalle parti.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.