La sostenibilità è uno stile di vita che sta maturando un interesse collettivo verso sempre più diffuso di cui si parla e su cui si sperimenta, quindi come far coincidere uno stile di vita nuovo e le attuali tendenze social che lo intercettano? Una start up ci ha pensato, si chiama Green Ape e unisce social networking ed esperienza valorizzando il concetto di story telling, tanto caro al web unendo un punteggio al comportamento sostenibile. L’idea nasce da quattro cofondatori che hanno origine nel campo della sostenibilità ne parliamo con Gregory Eve, GreenApes co-founder Chief Product & Creativity Officer.
Come nasce l’idea di Green Ape e come si sta sviluppando?
Il progetto nasce nel 2012 e vede un primo rilancio della App nel 2013 in fase sperimentale in cui cercavamo di capire se agli utenti servisse di più imparare o socializzare. Dal 30 settembre abbiamo lanciato il servizio a Firenze ed ora stiamo lavorando con Hessen in Germania che sarà capitale europea green nel 2017. Stiamo parlando anche con tantissime altre città in Europa, ma non vogliamo crescere troppo velocemente in quanto per alcuni mesi riteniamo sia importante seguire bene la community che sta nascendo così da capire e migliorare le funzionalità dello strumento. Di fatto agiamo su livello tangibile: attività, offerte, regali e anche da un punto di vista social che possa essere di ispirazione per gli altri.
Quando si riferisce “seguire la community” intende dire che svolgete azioni a margine della interazione degli utenti?
Abbiamo un approccio in cui uniamo la parte digitale con quello che definirei “mondo tangibile”. Quindi organizziamo attività in cui far incontrare le persone nella città in cui siamo operativi. Ad esempio organizziamo corsi di cucina vegana e riciclo creativo. Modi per entrare in contatto con le persone e imparare come condurre un stile di vita più responsabile.
Qual è la peculiarità di questa App per valorizzare comportamenti sostenibili?
Abbiamo inserito un discorso premiale: il cittadino con azioni sostenibili va ad accumulare dei punti usabili nella rete partner della App in cui sono disponibili servizi dedicati come uno sconto, un regalo, un premio esclusivo. Non riteniamo che un regalo possa influenzare un comportamento, ma considerato che tante persone si dichiarano interessate alle pratiche ambientali, mentre poche riescono ad agire in tal senso lo consideriamo un benefit che sia da stimolo e incentivo individuale per non farsi “scoraggiare”.
Quanto è cresciuta la comunità in un mese e mezzo?
Al momento abbiamo circa un migliaio di annessi alla community. Per loggarsi si passa attraverso l’account Facebook su cui abbiamo anche una nostra pagina. In questo modo possiamo tenere fuori gli spammer. Inoltre favoriamo la condivisione della attività sostenibili incoraggiando l’approccio di diffusione di buone pratiche.
La condivisione è spontanea e auto verificata, mentre per avere punti le azioni devono essere certificate. Puntiamo a sviluppare gli “ambasciatori della sostenibilità” fattore che si misura in base a quanti like o commenti riesco a sviluppare con la mia azione on line.
Stiamo lavorando ad una crescita dell’App attraverso l’integrazione di azioni tecnologiche con cui potremo ad esempio capire se ci spostano in bici, in auto, con il car sharing … Il rilascio è previsto a
febbraio ed è parte del progetto europeo con cui abbiamo finanziato lo sviluppo di questa App.
Ma le interazioni possibili sono molte e possono essere contestualizzate sul territorio. Ad esempio nei prossimi mesi con l’azienda di smaltimento di rifiuti di Firenze attiveremo il servizio per cui chi consegnerà rifiuti speciali alle isole ecologiche acquisirà punteggi.
Qual è il modello economico del progetto?
Offriamo una piattaforma di strumenti alle aziende che vogliono ingaggiare i loro dipendenti in comportanti ambientali e di responsabilità sociale, attraverso la gamification e la eco innovazione. Questa piattaforma viene personalizzata per servire specificatamente gli scopi delle aziende e prevede un canone per utente. Abbiamo già attivato il servizio per una azienda di 5000 dipendenti e siamo in contatto con altre.
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