Taranto: 1 miliardo per l’impianto di riduzione delle emissioni

Il memorandum of understanding sottoscritto da Ilva, Acciaierie d’Italia e Dri d’Italia dà il via alla decarbonizzazione dello stabilimento

Ilva, Acciaierie d’Italia e Dri d’Italia, hanno sottoscritto il 23 ottobre il memorandum of understanding che sancisce formalmente il percorso di decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto con la realizzazione di un impianto di riduzione diretta delle emissioni da 2,5 milioni di tonnellate all’anno nella produzione di acciaio, con un minor uso di carbone.

Taranto

1 miliardo per l’impianto di riduzione delle emissioni

La costruzione del nuovo impianto sarà realizzata da Dri d’Italia, la società partecipata al 100% da Invitalia e nasce per volontà del Governo italiano, nel gennaio del 2022, allo scopo di verificare la fattibilità di impianti di produzione di direct reduced iron e, quindi, di procedere alla loro realizzazione e gestione, anche con l’utilizzo di fondi comunitari messi a disposizione dal Pnrr per la decarbonizzazione dei settori hard to abate.

Le risorse finanziarie pubbliche a disposizione per la realizzazione del progetto ammontano a circa 1 miliardo di euro, e arrivano dai fondi di coesione. Il finanziamento è assegnato ai sensi della legge 29 aprile 2024 n. 56, nel rispetto delle tempistiche previste dal piano di decarbonizzazione del sito produttivo di Taranto: “La collaborazione tra le due amministrazioni straordinarie e Dri d’Italia si propone di portare avanti un progetto innovativo e strategico per il futuro del sito industriale, con un’attenzione particolare ai temi di sostenibilità ambientale” si legge nella nota stampa.

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La decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto: studi di fattibilità

I gruppi tecnici di Ilva, Acciaierie d’Italia e Dri d’Italia hanno già condotto operazioni di analisi e sviluppo. In particolare, gli studi di fattibilità realizzati ipotizzano che lo stabilimento possa assicurare all’impianto la disponibilità delle infrastrutture per lo stoccaggio e il trasporto del minerale ferroso e fluidi ausiliari.

Sulla base delle valutazioni ingegneristiche sarà inoltre valutata la necessità di eventuali interventi di adeguamento delle infrastrutture in gestione, come ad esempio possibili migliorie ai parchi minerari. Come riporta la nota stampa, costi e modalità di tali eventuali operazioni di adeguamento, saranno oggetto di accordi contrattuali definiti successivamente.

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